IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
2013-02-27
PANORAMA POLITICO
Il Pd abbandonato dai più giovani – Nella fascia 18-25 anni solo il 10% ha scelto i democratici – In Toscana resa dei conti, Gelli chiede la testa dei vertici
ELEZIONI 2013
Il giorno dopo il voto, tutti nel Pd, anche in Toscana, invocano l’autocritica d’ordinanza. Si spinge oltre il neo deputato Federico Gelli, ex presidente del consiglio regionale, renziano, ultimo degli eletti alla Camera: chiede di «anticipare la stagione congressuale» prevista in autunno, per cambiare «la dirigenza del partito». Nazionale, regionale, locale. Niente sconti, insomma, per il Pd della Toscana che forse argina, ma non contiene, il fenomeno Grillo. E nell’urto perde il 9% dei consensi alla Camera sulle ultime politiche, si avvicina alle amministrative di Pisa, Massa, Viareggio e Siena con lo spauracchio del Movimento Cinque Stelle che in alcuni Comuni (come Carrara) è il primo partito e lascia sul terreno il voto dei giovani, spesso a favore dei grillini. Il confronto fra i dati del Senato e della Camera indica, infatti, che gli elettori fra i 18 e i 25 anni in Toscana ha votato soprattutto per il Movimento Cinque Stelle. In questa fascia il 41,5% degli aventi diritto ha scelto Grillo e solo il 10% il Pd.
Nelle città che andranno a eleggere il sindaco a maggio, il fenomeno è confermato: a Pisa, ad esempio, meno del 6% dei giovanissimi opta per il Pd, a fronte del 10,3% di Sel e del 39,3% di M5S. Percentuali analoghe per Siena, mentre la situazione, per il Pd, appare ancora più complicata a Massa: qui, infatti, meno del 2% dei giovanissimi ha votato per i democratici a fronte di quasi il 18% di Sel; in compenso, la popolarità di Grillo è stellare: M5S è stato scelto dal 47,6% dei ragazzi fra i 18 e i 25 anni. «E’ evidente – commenta Maria Chiara Carrozza, neo deputata del Pd, rettore dimissionario della scuola superiore S. Anna di Pisa – che dal voto abbiamo ricevuto segnali preoccupanti di calo che richiedano autocritica e un’analisi per vedere come recuperare i consensi delle persone che non ci hanno perdonato il sostegno al governo Monti, la politica di austerity, l’appoggio alla riforma delle pensioni e al ministro Elsa Fornero. Dobbiamo recuperare anche il voto delle persone che hanno pensato che non siamo cambiati a sufficienza».
In effetti – rincara Federico Gelli – questo è un «risultato che ci deve lasciare molto perplessi. E preoccupati. Con le primarie del centrosinistra in Toscana il messaggio era arrivato chiaro: c’era voglia di cambiare. Ora più che un segnale ci è arrivato un ultimatum: perdere fino al 10-11% in alcune province ci può creare difficoltà nei risultati delle amministrative in città come Siena dove lo tsunami dello scandalo Mps ha spazzato la classe dirigente locale». In questa situazione – aggiunge Gelli – è necessario che «la dirigenza regionale abbia l’onestà di fare quell’autocritica che non ha fatto con il risultato delle primarie in Toscana. Ora è giunto il momento. Come è il momento di preparare le basi per la stagione congressuale, da anticipare rispetto all’autunno, in modo da cambiare la dirigenza del partito, a livello nazionale, regionale e locale, mentre in Parlamento si devono portare avanti quelle riforme istituzionali che ci consentano di andare presto a votare con una nuova legge elettorale». Per il segretario regionale del Pd, Andrea Manciulli, appena eletto alla Camera, il «congresso si farà, ma quando si deciderà a livello nazionale».
Tanto più che l’autocritica si può fare ugualmente. «Anche in Toscana ci aspettavamo di più, ma qui è andata meglio che altrove, visto che il M5S è rimasto il secondo partito. Oggi non dobbiamo smarrire il senso del paese perché il rischio di contraccolpi pesantissimi causati dall’instabilità ci preoccupa molto. Come ci preoccupa molto la sfiducia mostrata dai giovanissimi che non ci votano. Questo fenomeno può rientrare se sapremo ascoltarli e dare risposte concrete. In questa situazione ci vuole umiltà». E per i ragazzi – ribadisce Maria Chiara Carrozza – «che sono meno informati sulle ideologie, serve un messaggio che guardi al futuro e non al passato. Il Pd deve imparare a dare questo messaggio. In molti, durante la campagna elettorale, mi hanno detto di aver bisogno di nuovi strumenti di trasparenza e partecipazione: vogliono manifestazioni, non riunioni fra iscritti». Insomma – sottolinea Gelli – serve «una nuova impostazione di fare politica e non solo iniziative per addetti ai lavori. Grillo ha riempito le piazze, noi no». Per questo, Edoardo Patriarca, presidente del Centro nazionale del Volontariato, neo deputato è arrivata l’ora «di una riflessione interna al Pd senza rete».