Da il Tirreno
Mercoledì, 27 Febbraio 2013
La Corte d’appello di Genova ha condannato l’ex Prefetto di Livorno Vincenzo Gallitto a 3 anni e 4 mesi e l’ex capo dei gip livornesi Germano Lamberti a 4 anni e 9 mesi per il reato di corruzione in atti giudiziari nell’ambito della vicenda per gli illeciti all’Elba.
Per lo stesso reato i giudici hanno condannato a 3 anni e 6 mesi ciascuno gli imprenditori pistoiesi Franco Giusti e Fiorello Filippi. Le stesse pene inflitte agli imputati erano state chieste dal pg Antonio Lucisano e dal pm Paola Calleri.
La sentenza è stata letta dopo sette ore di camera di consiglio. I giudici hanno anche applicato sanzioni accessorie di legge e condannato gli imputati al risarcimento dei danni alle parti civili. L’inchiesta aveva coinvolto otto persone, imputate a vario titolo di una serie di reati tra i quali corruzione, peculato e favoreggiamento nell’ambito di speculazioni edilizie.
Nel processo d’appello, il 19 novembre 2010, Gallitto era stato condannato a 4 anni e 4 mesi, Lamberti a 4 anni e 9 mesi, Giusti e Filippi a 5 anni ciascuno, Gabriele Mazzarri, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Marciana (Livorno) a 3 anni e 6 mesi, l’immobiliarista Francesco Sinisgallo a due anni e Luigi Logi, nella sua qualità di sindaco di Marciana, a un anno e 6 mesi.
I giudici avevano dichiarato non doversi procedere per prescrizione dei reati nei confronti dell’ex prefetto di Isernia Giuseppe Pesce, che era stato vice di Gallitto nella città toscana.
Sul ricorso presentato in Cassazione dai difensori delle persone condannate la Suprema Corte aveva rigettato diverse eccezioni ma aveva accolto quella relativa all’ inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche già disposte dal gip di Livorno che non riguardava la corruzione in atti giudiziari ma altri reati.
La Cassazione aveva rilevato la mancanza di motivazione nella sentenza della corte d’appello di Genova su questo punto e aveva rinviato ad altra sezione dell’appello perchè motivasse su questa eccezione e per le conseguenti decisioni in ordine ai reati di corruzione in atti giudiziari per i quali Lamberti, Gallitto, Giusti e Filippi erano stati condannati.
Umberto Mazzantini Responsabile di Legambiente, associazione che da oltre un decennio si è battuta contro la realizzazione della bruttura urbanistica a Procchio, ci ha dichiarato appena appresa la notizia:
“La sentenza genovese getta un’ulteriore e pesante ombra sulla vicenda dell’Ecomostro, e su come è stata gestita l’intera operazione urbanistica che avrebbe dovuto condurre al recupero dell’area interessata, e non alla ricostruzione dell’ecomostro a tre passi di distanza.
Chiediamo a Regione Toscana e Comune di Marciana di rivedere i termini di un accordo-capestro, troppo frettolosamente stipulato, proprio con gli stessi costruttori che la Magistratura ha nuovamente condannato, e che qualcuno degli amministratori marcianesi aveva già dato per “definativamente assolti”.
La sentenza getta quindi benzina sul fuoco: facile prevedere nuove bordate contro Comune e Regione da parte degli ambientalisti, e per gli amministratori una nuova brutta gatta da pelare.