CORRIERE DI MAREMMA

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP

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2013-02-10

 

ECONOMIA

Primo incontro: zona industriale nel mirino Un “laboratorio” di partecipazione

 

MASSA MARITTIMA La nuova zona industriale del Magrone è veramente utile allo sviluppo economico e industriale del Comune di Massa? E con quali costi per i contribuenti locali? Questi i temi salienti del primo “laboratorio di democrazia” organizzato da un gruppo di attivisti massetani ieri pomeriggio alla sala consiliare di via Norma Parenti. All’incontro erano invitati i proprietari di agriturismi ed altre attività economiche del territorio e tutti i cittadini interessati all’argomento trattato. “Questa prima iniziativa del laboratorio – spiega Antonio Sartori, uno dei fondatori – è anche l’esempio concreto del modo in cui intendiamo lavorare e misurarci con i contenuti concreti dell’azione politica e amministrativa locale. Infatti sosteniamo che le istituzioni, di fronte all’accresciuta complessità sociale, non possano racchiudere in sé e nei propri apparati politici, tutti i punti di vista necessari a ricostruire il quadro delle necessità sociali locali, i saperi tecnici ed economico- scientifici, per valutare a medio e lungo termine gli effetti delle scelte della pianificazione territoriale Ciò rende estremamente ardua la concentrazione di competenze all’interno degli enti locali ed è limitativo della capacità di poter coprire tutto l’arco delle implicazioni di scelte destinate a durare nel corso dei decenni. Oppure a escludere che i costi di una sola scelta divengano limitativi di altre, che la società reclama per i servizi e le opportunità di sviluppo”. Nell’assemblea è stata presentata un’analisi organica, per documentare il progetto Magrone nell’area industriale di Valpiana e le sue implicazioni sul territorio. “Il coinvolgimento della cittadinanza potrebbe evitare il ripetersi di fatti ormai noti, quali l’area Molendi o le non ancora attuate bonifiche dei siti minerari, che possono condizionare non solo l’azione di coloro che amministrano, bensì l’intera comunità, per il loro peso economico nel tempo. Oltre al contesto locale, le ben più gravi condizioni a livello nazionale, a nostro parere rendono ancor più necessario il concorso di tutti alle decisioni sull’assetto del territorio e dell’economia”. Secondo i promotori dell’incontro il modello seguito e proposto dal Comune per la nuova area commerciale e? quello delle zone industriali degli anni’ 70-’80, “un modello in disuso nella realtà attuale ed ancor più in quella che si affaccia sul futuro”. I partecipanti hanno così richiesto un percorso che porti ad un progetto condiviso e consensuale, con la partecipazione della cittadinanza attiva e dell’imprenditoria, vecchia e muova.

 

Chiara Calcagno

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