LA NAZIONE

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP

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2013-02-08

 

PANORAMA POLITICO

Il Laboratorio di Democrazia

 

PRIMA USCITA ufficiale pubblica, quasi un battesimo, domani pomeriggio alle 16 nella sala consiliare di Massa Marittima per il nuovo Laboratorio di Democrazia recentemente fondato da un gruppo di cittadini che si sono definiti «insoddisfatti e preoccupati della situazione locale» e che si sono uniti «con il preciso scopo di cambiare il modo di fare politica attraverso un rapporto diverso fra amministratori e cittadini».

TEMA affrontato nell’occasione, quello dell’opportunità di realizzare o meno la zona industriale del Magrone che, a giudizio dei componenti il Laboratorio stesso, «è errata non solo come localizzazione ma anche come ipotesi di spesa prevista in ben due milioni di euro per il solo acquisto del terreno ai quali dovranno aggiungersi le opere di urbanizzazione», ma anche poco realistica, «specie adesso che il Comune deve affrontare anche la questione ex Molendi proprio dopo aver dovuto pagare più di un milione per la vicenda Pizzarotti».

UN’IPOTESI di costo che quindi «non giustifica — dicono — né le richieste attuali di nuovi insediamenti finora del tutto inesistenti, né l’abbandono dell’attuale zona industriale che ancora deve essere completata, dal momento che i quattro locali già attrezzati del famoso incubatore di impresa sono attualmente utilizzati di ripiego per attività di bar e ricettive degli autisti della Tiemme e ci sono ancora quattro lotti non richiesti e ben 6 capannoni dismessi da attività che, qualora il Comune desse delle agevolazioni sulle ristrutturazioni, potrebbero esser rimessi sul mercato e riutilizzati».

FRA GLI ALTRI motivi di contrarietà all’ipotesi Magrone spicca, secondo la tesi del Laboratorio di Democrazia, «il fatto che l’idea della nuova zona industriale sia nata senza aver preventivamente consultato né le categorie produttive locali né quelle commerciali, per di più senza aver fatto una verifica sulle le previsioni di sviluppo del piano strutturale del 1997 che potrebbero essere non più valide».

IN SOSTANZA, sostengono i membri del Laboratorio, «iamo di fronte a troppe mancanze e a troppe incognite, per cui riteniamo necessario attivare questo nostro primo incontro anche per cercare di rimuovere tali incognite e per chiedere nel contempo all’amministrazione di rivedere i piani di sviluppo rimasti a vent’anni orsono, e non più attuali».

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