L’ UNITA’
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
2013-02-06
PANORAMA POLITICO
Rossi scommette su Mps: «Si salverà ma cambierà»
«Se ne può uscire e ce la faremo, ma ne usciremo profondamente cambiati» dice Rossi spiegando che la situazione di Mps è seria, ma non grave. Soprattutto se rapportata alle crisi che stanno investendo le casse di risparmio tedesca, il terzo istituto di credito olandese e le banche spagnole. Per il presidente della Regione «la Toscana e Siena continueranno ad avere sul proprio territorio una grande azienda finanziaria».
Anzi, Rossi che conferma piena fiducia nei nuovi dirigenti di Mps (il presidente Profumo e l’ad Viola) vede in questa crisi anche l’occasione per «riscrivere il legame col territorio» partendo da un principio fondamentale: che i risparmi dei toscani non prendano più il largo per strane alchimie finanziarie, ma servano a sostenere il credito «alle famiglie e alle imprese». Un’autentica iniezione di fiducia che però ha come presupposto indispensabile la «buona reputazione» di Mps. Non a caso Rossi fa propri i richiami di Napolitano sul pericolo di un cortocircuito mediatico-giudiziario che assieme all’acqua sporca finisca per buttare via anche il bambino.
Circuito da cui ieri in aula si sono sottratti quasi tutti i consiglieri. Chi infatti si aspettava una passerella elettorale è uscito profondamente deluso dal consiglio regionale straordinario sul caso Mps. Toni pacati e misurati anche da parte delle opposizioni che pure avevano chiesto questa riunione speciale all’indomani del terremoto (giudiziario e non solo) che ha colpito Siena e la sua banca. Tanto che alla fine, dopo tre ore di discussione, quando c’è stato da approvare un documento i vari raggruppamenti del centrodestra si sono scoperti divisi. Gli ex Pdl dei Fratelli d’Italia con l’ex leghista Staccioli da una parte (incassando però il sì di Fuscagni del Pdl), Pdl, ex leghisti di Più: Toscana e Udc dall’altra. «Hanno voluto un Consiglio straordinario per far vedere che l’opposizione esiste – annota il capogruppo Pd Vittorio Bugli.
Ma, aldilà dell’esito, si è trattato di una discussione condotta (con rare eccezioni) con spirito costruttivo». Il che non significa che da parte delle opposizioni non siano arrivati attacchi al ruolo della politica e in particolare del Pd (in quanto ovviamente figlio del Pci-Pds-Ds) nella vicenda Mps, ma a parte Fuscagni (che ha seguito un ardito parallelismo fra l’acquisizione di Antonveneta e il buco dell’Asl di MassaCararra) le parole più dure contro Rossi e la Regione si sono dovute cercare fuori dall’aula. Fra chi, come il coordinatore regionale del Pdl Massimo Parisi (sostiene che Rossi fa una sistematica omissione) è, appunto, in corsa per un posto in Parlamento.
O come il collega (e ex ministro) Altero Matteoli che cita Renzi per dimostrare che anche nel Pd c’è chi pensa che i democratici siano responsabili della situazione e prende le difese di Mussari «scaricato» dagli ex compagni coi consueto atteggiamento del Pci «che – dice – mangia i propri figli quando vanno in difficoltà». Insomma affermazioni più da campagna elettorale che da analisi su una situazione, che come ricorda il consigliere (senese) del Pd Marco Spinelli, riguarda sì la politica e la collettività di Siena e quindi inevitabilmente la forza politica più rappresentativa di quella comunità, ma che più che simbolo di un modello politico fa di Mps il simbolo del più generale sistema del credito in Italia.