IL TIRRENO

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP

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2013-01-30

 

ALTRO

La crisi investe anche l’istituto Falusi Posti disponibili e nessuna richiesta per le degenze: «Dobbiamo lavorare per mantenere gli attuali livelli occupazionali»

 

 

la lettera ai sindaci

 

Un tavolo per valutare le prospettive

 

 

 

 

Il consiglio d’amministrazione del Falusi ha inviato una lettera ai sindaci delle Colline Metallifere: la richiesta è quella di sedersi intorno ad un tavolo per valutare insieme le prospettive dell’istituto. «Riteniamo imprescindibile chiarire il futuro delle politiche assistenziali del territorio e il ruolo che l’istituto può rappresentare all’interno di questo; verificare quali potenzialità economiche e finanziarie della Regione Toscana ed Asl possono garantire nei mesi futuri e stabilire un’azione politica comune che garantisca il soddisfacimento dei bisogni e l’occupazione», scrivono dal direttivo ai Comune. Una perdita di 70mila euro nel bilancio del 2012 e adesso cinque posti liberi: la situazione non è certo degli migliori. Essendo un servizio che coinvolge le persone e la loro salute le amministrazioni locali devono conoscere lo stato di fatto: il loro aiuto sarà fondamentale per il futuro dell’istituto e per mantenere un servizio importante.

 

di Paola Villani MASSA MARITTIMA Dalle liste di attesa ai posti liberi, la crisi economica colpisce pesantemente il Falusi. Le famiglie delle Colline Metallifere aspettavano mesi prima di poter ricoverare un loro parente anziano all’istituto; adesso invece va al contrario, i posti ci sono, mancano le richieste. Il 2012 si è chiuso male e il 2013 pare iniziato ancora peggio, con una diminuzione pesante della domanda. «Un anno fa una situazione del genere era impensabile», racconta Roberto Schiavetti, presidente del consiglio di amministrazione del Falusi. Un’inversione di marcia frutto di una congiuntura economica drammatica che angoscia gli abitanti maremmani: prima di spendere del denaro oggi come oggi, si tentano tutte le soluzioni alternative. Molti sono in cassa integrazione e quindi magari possono badare da soli ai loro cari, altri hanno più tempo, altri poi hanno bisogno di quelle pensioni. «Stiamo cercando di trovare delle vie d’uscita a questo calo preoccupante: ad oggi non c’è nessuna richiesta all’Asl per quanto riguarda il Falusi, sia per le degenze che per i servizi a domicilio. Abbiamo tre obiettivi: consolidare l’istituto, considerato una punta di diamante per il territorio, salvaguardare i livelli occupazionali, e tenere in ordine il bilancio». Proprio per cercare di scongiurare ipotesi negative nei confronti dei dipendenti (220 in tutto tra diretti e indiretti) il consiglio di amministrazione ha aperto un dialogo con i sindacati locali: sono stati già fatti due incontri nei quali il direttivo del Falusi ha consegnato alle organizzazioni i documenti contabili e le informazioni necessarie. Non essendo un’azienda privata è chiaro che l’istituto non deve produrre utili, ma nel contempo l’interesse è quello di mantenere alti gli standard dei servizi come sempre è stato. «Vogliamo che le organizzazioni sindacali prendano coscienza della situazione – ribatte Schiavetti – per poi insieme trovare la formula giusta per raggiungere i tre obiettivi che ho citato; è chiaro che non è una trattativa semplice. Quello che vogliamo è una soluzione concreta, percorribile, dobbiamo rimanere nella realtà dei fatti. Chiediamo però che non siano fatte speculazioni politiche, specie in un momento del genere, l’istituto è un bene comune, di tutti». L’esternalizzazione è un’opzione possibile? «È una delle tante proposte non è l’unica, prenderemo in considerazione qualsiasi ipotesi», spiega il presidente. La possibilità quindi di privatizzare parti del servizio non è scartata a priori, anzi. Senza richieste non ci sono introiti e senza introiti difficile mantenere il personale: il confronto tra sindacati e direttivo sarà lungo e certamente non semplice.

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