“Le discutibili scelte della dirigenza passata ed attuale dell’Istituto Falusi, sempre assecondate dal Comune di Massa Marittima, rischiano di generare una situazione esplosiva tra i dipendenti”. Questo il duro commento espresso dagli ex consiglieri comunali di opposizione Roberto Ovi ed Angelo Maria Cappelloni alle voci della esternalizzazione a soggetti terzi, in via sperimentale fino a fine 2013, dei servizi di 1 dei 4 moduli abitativi dell’Istituto, in grado poi di estendersi in futuro all’intera attività operativa, con i relativi riflessi sul personale dipendente.
Fin dal 2006, ricordano i due ex consiglieri, esprimemmo un severo dissenso sulla trasformazione dell’I.P.A.B. in Azienda Pubblica per i Servizi alla Persona (A.S.P.), che avrebbe dovuto invece confluire all’interno della Società della Salute, in linea con il progetto sperimentale approvato in consiglio comunale al termine dell’anno 2004, determinando l’eliminazione o il contenimento di ingenti spese, come i 140 mila Euro dei canoni di concessione da corrispondere all’USL 9 per le sedi Massa Marittima e Follonica, i 620 mila Euro di spese per il reperimento del personale a convenzione ed i 16 mila Euro annuali di compensi erogati al Presidente ed ai membri del consiglio di amministrazione.
La confluenza, sempre secondo Ovi e Cappelloni, avrebbe inoltre avuto effetti benefici sull’erogazione dei servizi e sul personale, inserito in una gestione in rete comprensoriale, con il conseguente riconoscimento di maggiori benefici economici, dovuto all’avvicinamento dei trattamenti contrattuali dei dipendenti del comparto della sanità e degli enti locali.
La costituzione dell’A.S.P., in assenza di patrimonio, con il quale finanziare i propri investimenti, a norma delle vigenti leggi, puntualizzano i due ex amministratori, ha comportato un progressiva esternalizzazione delle attività di assistenza, già iniziata a Follonica con il conferimento delle attività ad una cooperativa sociale ed il trasferimento dei dipendenti a Massa Marittima dove, fin dal Novembre del 2011, si prevedono ulteriori azioni di “razionalizzazione” ed accorpamento di incarichi.
Che fine faranno i dipendenti? Si chiedono Ovi e Cappelloni. Saranno conferiti nelle cooperative sociali, con l’inquadramenti in un contratto nazionale fortemente penalizzante rispetto a quello attuale degli enti locali?
Ci auguriamo che i sindacati di categoria sorvegliano con grande attenzione questa situazione a tutela dei lavoratori e della qualità dei servizi da essi erogati. Qualora non lo facessero, concludono i due, ci rendiamo disponibili a compartecipare finanziariamente ad azioni legali di tutela e responsabilità che i dipendenti dovessero eventualmente promuovere.