Nella notte del 30 Dicembre, un grande ma silenzioso terremoto ha scosso l’Unione dei Comuni. Quindi con l’intento di fare un po’ di chiarezza nell’opinione pubblica, espongo i fatti che hanno determinato questa significativa “rivoluzione”.
Il Presidente eletto, i componenti del Consiglio dell’Unione eletti dai Consigli Comunali dei comuni membri e la Giunta Esecutiva sono DECADUTI a causa della difformità dello Statuto dell’Ente rispetto alle prescrizioni della LRT 68/2011 e ss.mm.ii.
Causa della difformità è la composizione del Consiglio, che secondo l’art. 27 della legge regionale, deve essere composto da una rappresentanza paritetica tra gli eletti nelle file della maggioranza e quelli della minoranza, mentre lo Statuto dell’Unione prevede che il Comune di Massa Marittima sia rappresentato da tre Consiglieri, due di maggioranza ed uno di minoranza.
Pertanto, secondo quanto imposto dalla normativa regionale, ciò determina la decadenza di tutti gli Organi istituzionali e la sua provvisoria ricostituzione secondo criteri oggettivi, venendo quindi meno il principio di autodeterminazione e rappresentanza dei Consigli Comunali dei comuni membri.
Di conseguenza la Presidenza è stata affidata al Sindaco Lidia Bai, che prende il posto dell’attuale Presidente Marcello Giuntini, in quanto la L.R.T. affida la carica di Presidente al Comune con il maggior numero di abitanti.
Il Consiglio è completamente rivoluzionato ed è formato (per diritto) dai Sindaci dei comuni membri, e per ogni Comune, dal Consigliere comunale della maggioranza con la maggiore cifra individuale e dal Consigliere di minoranza già candidato Sindaco per la lista che ha riportato il maggior numero di voti o, in mancanza, dal Consigliere con la maggiore cifra individuale.
Ne consegue che Massa Marittima è attualmente rappresentata da Marcello Fusi che prende il posto dei Consiglieri Giancarlo Zago e Anna Magrini per la maggioranza, perdura invece Gennaro Orizzonte per le opposizioni.
Per Montieri entra Claudio Grassini per la maggioranza, che subentra a Massimiliano Brogi, e Ilio Giorgio Russo per l’opposizione, che avvicenda Alessandra Oreste.
Per Monterotondo Marittimo ci sono Federico Falchi per la maggioranza che subentra a Mario Tanda, e Giorgio Paolo Frequenti che sostituisce Roberto Creatini per la minoranza.
La Giunta esecutiva, invece, rimane composta dai Sindaci dei tre Comuni costituenti, ovvero Bai per Massa Marittima, Giannetti per Monterotondo Marittimo e Giuntini per il Montieri, in quanto lo Statuto già aderiva dettato normativo regionale.
Ma dopo l’esposizione dei fatti, è doveroso un commento all’accaduto.
Non posso credere che il Presidente Giuntini e la Giunta Esecutiva non fossero a coscienza delle prescrizioni introdotte il 25 Ottobre dalla L.R.T 59/2012 a modifica ed integrazione della L.R.T 68/2011, poiché ciò sarebbe sintomo di grave inadeguatezza e manifesta incapacità nel ruolo di Amministratori di un territorio vasto 495 Km2 e le cui scelte si ripercuotono sulla vita quotidiana di più di 12000 persone, soprattutto ora che l’Unione è chiamata a gestire funzioni che i cittadini toccano con mano quali la Scuola e la Polizia Locale. In tal caso un loro passo indietro sarebbe doveroso ed inevitabile.
Dunque ritengo doveroso e necessario che ogni Sindaco, di fronte al proprio Consiglio Comunale, spieghi ai cittadini i motivi che hanno determinato la volontà di non voler procedere alla modifica dello Statuto entro il termine fissato dalla L.R.T, determinando una situazione che lede pesantemente il principio di autodeterminazione e rappresentanza dei Consigli, che sono attualmente l’unica e diretta espressione della volontà della cittadinanza.
Inoltre, il Sindaco Bai deve spiegare come intende tutelare le necessità e le istanze dei residenti del nostro comune, ora che il maggior investitore (sia in termini economici che demografici) dell’Unione ha un lo “peso” nel processo decisionale paritetico agli altri Comuni membri, venendosi a creare un pesante squilibrio tra le risorse riversate nelle casse dell’Ente comprensoriale ed il potere di rappresentanza.
A queste condizioni, la maggioranza dei massetani (e sono convinto anche parte della maggioranza politica che siede in C.C.) non avrebbe ceduto risorse economiche e parte delle proprio potere decisionale, ad un Ente in cui non sono presenti sufficienti garanzie di tutela del proprio Comune.