IL TIRRENO

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP

Web www.provincia.grosseto.it e-mail urp@provincia.grosseto.it

2013-01-05

 

PANORAMA POLITICO

Pdl, Lolini e Ussia sbattono la porta I due dirigenti provinciali lasciano il partito con una dura lettera: «Nessuna autocritica, si zittiscono solo le voci contrarie»

 

di Guido Fiorini GROSSETO Il Pdl perde altri due pezzi a Grosseto. Mario Lolini e Massimo Ussia, con un duro comunicato, dichiarano di lasciare un partito che li ha delusi. Chiedevano rinnovamento ma, a quanto pare, non ci sarà niente del genere neppure a livello locale. L’orientamento, infatti, è quello di ripresentare Franco Mugnai, non al Senato ma alla Camera e di dare un posto “blindato” anche a Monica Faenzi, per la quale si parla anche di un posto da coordinatrice regionale, dopo le elezioni. Vedremo, certo è che i due esponenti grossetani si chiamano fuori. Massimo Ussia era il dirigente degli enti locali e un membro del coordinamento provinciale. E Mario Loli era, sotto certi aspetti, l’uomo simbolo del Pdl grossetano, quello su cui il partito aveva scommesso per il posto da sindaco. Che poi qualcuno abbia remato per lui e qualcuno no è altra storia, certo è che lascia il partito un “pezzo da novanta”. La cosa, fra l’altro, muterà anche gli equilibri in consiglio comunale: Lolini ancora non lo dice ma, con tutta probabilità, aderirà al gruppo che porta il suo nome. Questo avrà così 4 membri (Lolini, Pacella, Ulmi e Megale), tre saranno quelli del gruppo misto (Colomba, Rossi e Angelini) e al Pdl ne resteranno solo due (Agresti e Cerboni). Insomma, l’opposizione sarà del tutto ridisegnata. Tradite le ragioni. «Prendiamo a prestito – scrivono Lolini e Ussia, nella loroa lettera congiunta – un passaggio del fondo a firma di Luciano Fontana, uscito il 3 gennaio sul Corriere della Sera, perché individua perfettamente le ragioni per le quali annunciamo la nostra uscita dal Popolo della Libertà, partito nel quale abbiamo militato, rivestendo anche ruoli di responsabilità, sin dalla sua fondazione. Scrive Fontana: “C’era una volta il partito di plastica. Un partito che aveva un leader e parole d’ordine capaci di mobilitare parti importanti della società. Prometteva la liberazione dall’oppressione di uno Stato invadente e da un fisco nemico delle imprese e del lavoro produttivo (….). Vent’anni dopo, la plastica, anche se invecchiata, resiste ma del partito si sono perse le tracce. È svanito in un vortice di obbedienza senza idee, estremismi verbali, vendette personali, promesse mai mantenute”. Parole lucidamente dure, che riteniamo di dover sottoscrivere una per una. Il Pdl ha tradito le ragioni profonde per le quali era nato, ha perso per strada aree rappresentative di sensibilità moderate e di centrodestra, che fuggono di fronte ad un partito che ormai è scivolato su posizioni antieuropee, per farci ripiombare indietro di trent’anni, ma soprattutto ha tradito le parole d’ordine di un partito che realmente voglia rimanere nell’alveo del popolarismo europeo e di una visione moderna, repubblicana e rinnovata di centrodestra. Il Pdl prima ha appoggiato il Governo Monti anche quando si è trattato di votare provvedimenti impegnativi per milioni di famiglie e di imprese, poi improvvisamente gli ha voltato le spalle facendoci sprofondare nel ridicolo di fronte ai cittadini. Non si gestisce un partito solo coi sondaggi: così si costruisce una politica fondata solo sugli umori della gente senza offrire prospettive». Partito irriformabile. Il Pdl è un partito irriformabile – dicono ancora – «Perché chi dissente dalla linea si vede costretto ad abbandonare la nave visto che l’accusa è di volerla ammutinare. A questo gioco al massacro sentiamo di non poterci più stare: veniamo da storie diverse da quella che nel ’94 ha dato vita a Forza Italia, i partiti di plastica ci sono sempre piaciuti poco, ma quando poi sotto la plastica si scopre che non c’è nulla di democratico e di partecipato allora quella non può davvero essere la nostra casa politica». Disastro sul territorio. «Abbiamo perso Comuni importanti a partire da Orbetello dove era sindaco un ministro e Castiglion, dove ad amministrare c’era un deputato e dove la lista non è stata accettata e non abbiamo neppure corso: nessuno ha mai chiesto conto di quelle sconfitte, le dimissioni e i passi indietro non sono stati mai contemplati, si è solo cercato di zittire tutte le voci che provavano ad introdurre elementi di dibattito per il bene del partito. Oggi molte di quelle voci se ne sono andate o se ne stanno andando. Riteniamo che non si possa rimanere avvinghiati su logiche difensiviste, mentre fuori il mondo cambia, mentre la gente chiede rinnovamento e partecipazione. Il Pd fa le primarie e noi apprendiamo che il Pdl ricandiderà, senza che vi sia stata una reale discussione interna, gli stessi parlamentari dai quali ci aspettavamo un contributo molto più fattivo ed operoso sia nel rapporto con la nostra comunità e sia nel rappresentare questo territorio. Togliamo il disturbo, convinti che ormai tempi per le svolte non ci siano più, mentre chi dirige a tutti i livelli il Pdl sembra aver perso il contatto col Paese reale. Buon viaggio a chi resta, ma siamo sempre più convinti che il viaggio del Pdl sia ormai alle battute finali, perché un partito incapace di cogliere il disagio di tanti dirigenti e militanti è un partito ormai avvitato solo su logiche di sopravvivenza per i soliti pochi eletti».

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento


Entra
IL NOSTRO SPOT
Categorie
GRAZIE PER LA VISITA