LA REPUBBLICA

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP

2012-12-28

 

PANORAMA POLITICO

Il Porcellum in salsa toscana: ecco il puzzle del PD
Lo schema che sta dietro la lista regionale.

Obiettivo: soddisfare tutte le 13 federazioni

 

di Massimo Vanni

 

Il primo posto spetta a Firenze. Così il quinto, l’undicesimo e il quindicesimo. La Versilia invece può attendere, il suo turno arriva solo con la casella numero 16. Mentre Pisa batte Livorno 4-0, nel senso che i pisani sono subito dietro Firenze mentre i livornesi avranno solo il sesto posto. E’ il torneo Montecitorio che si gioca in Toscana, ovvero la classifica federazione per federazione dei seggi del Pd. Una sorta di ‘manuale Cencelli’ delle province che stabilisce l’ordine geografico delle caselle del Porcellum. Che, con le sue liste bloccate, offre garanzie di elezione in base all’altezza: più alto mi trovo nella lista elettorale e maggiori garanzie di passare possiedo. Quanti eletti porterà a Roma il Pd toscano? Oscillano da un minimo di 31 ad un massimo di 33, secondo le stime che circolano oggi in via Forlanini, sede del partito. E la classifica geografica messa a punto su complicati calcoli, basati sull’applicazione del sistema D’Hondt (quello del proporzionale) sui risultati elettorali ottenuti in precedenza dalle 13 federazioni toscane, fissa una volta per tutte, ancora prima che si conoscano i vincitori delle singole gare provinciali delle primarie di domenica 30, a chi toccano i primi 31 posti. Così che ogni domanda del tipo, «quanti sono i parlamentari di Firenze» o «quando scatta il secondo seggio di Prato», possono trovare risposta nello schema delle 31 caselle. Un elenco unico che, solo a primarie effettuate, verrà poi suddiviso in lista della Camera e lista del Senato. Lo schema? Eccolo: il primo eletto sarà di Firenze, quindi tocca a Pisa, poi a Arezzo, Siena e, al quinto posto, di nuovo Firenze. Il sesto è per Livorno, poi tocca a Pistoia, Prato, Empoli e al decimo posto Grosseto. L’undicesimo eletto di nuovo a Firenze. Poi Lucca, Massa Carrara, Pisa e, al quindicesimo posto, ancora Firenze. Al sedicesimo è previsto l’eletto della Versilia, quindi Arezzo, Siena, ancora Firenze e, al ventesimo posto, Livorno. Si continua con Piombino e Val di Cornia, Pistoia, ancora Pisa al ventitreesimo posto, ancora Firenze al ventiquattresimo e Prato alla casella numero 25. Alla casella 26 riappare però il nome del capoluogo toscano, che in condizioni favorevoli potrebbe arrivare ad un bottino complessivo di sette eletti. Infine, il secondo eletto empolese al ventisettesimo, 28 Grosseto, 29 Arezzo, 30 Siena e al trentunesimo posto di nuovo Firenze. Sarà la lista buona? Non proprio, perché a questo elenco di 31 caselle va aggiunto in testa il listino blindato. Così che tutti i candidati slitteranno verso il basso. Di quanti gradini? La cosiddetta quota nazionale, ovvero il listino dei garantiti, dovrebbe prevedere almeno 6 posti. Sempre che i capilista siano candidati toscani, perché se fossero dei ‘paracadutati’ da altre regioni, come è accaduto più volte in passato, i 6 potrebbero in teoria diventare 8, visto che serve un capolista per la Camera e uno per il Senato. Toccherà, come al momento tutto fa presumere, al segretario Andrea Manciulli dunque, o come accadde nel 2008, a Franceschini? Sia come sia, le 31 caselle geograficamente attribuite scaleranno verso il basso di almeno sei posti. E oltre il listino, solo 25 potranno avere una ragionevole speranza di trasferirsi a Roma. Chi andrà nel listino? I nomi fin qui fatti, oltre a Manciulli, sono quelli dell’ex presidente regionale Claudio Martini, del braccio destro franceschiniano Antonello Giacomelli e della renziana Simona Bonafè. C’è però il rebus del vicepresidente del Senato uscente Vannino Chiti, che al momento non trova collocazione in nessuna lista. C’è l’altro rebus della magistrata Silvia Della Monica, che ha sulle spalle solo una legislatura. E che ha dalla sua il Forum della legalità, visto che Emiliano Poli chiede da giorni un posto per lei nel listino. Ma c’è pure la possibilità che Renzi disponga di due posti.

 

 

 

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