IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-12-13
AMBIENTE
La bonifica è urgente Ma una “parolina” fa ritardare la pratica «Deposito incontrollato di rifiuti» all’Accesa: il Comune ordina allo Stato la rimozione, ma l’atto va scritto due volte
di Alfredo Faetti MASSA MARITTIMA La burocrazia a volte è così ingarbugliata che inganna anche coloro che ci sono quotidianamente a contatto. Come un’amministrazione comunale, ad esempio, costretta a emettere due volte un’ordinanza per aver sbagliato, nel primo caso, la definizione del soggetto su cui pende il provvedimento. È il caso di Massa Marittima, dove tutta questa vicenda resterebbe circoscritta al mero ambito delle scartoffie, non fosse che il problema per cui è stata emessa l’ordinanza è legato all’ambito igenico-sanitario, con un «deposito incontrollato di rifiuti» (così si legge nell’atto) nella zona dei forni dell’Accesa. Ai fini della procedura, tutti i passaggi compiuti dall’amministrazione sono stati necessari. Ma è curioso constatare, vista la serietà della problematica, come ci si sia trovati a fare i conti con aspetti tecnici,che ben poco incidono sui contenuti dell’ordinanza. In parole povere, si tratta di aver sostituito “proprietario” con “amministratore”, lasciando invariati gli obblighi insiti nell’atto. Tutto inizia nei primi giorni di novembre, quando dal Comune massetano viene segnalato un «deposito incontrollato di rifiuti sul suolo in località Forni dell’Accesa». In questo senso, l’amministrazione obbliga quello che ritiene essere il proprietario dell’area ad «attuare tutti gli interventi al fine di eliminare problemi di carattere igienico sanitario e di ripristino di due edifici in Località Forni dell’Accesa». E il destinatario dell’atto altri non è se non il direttore generale dell’agenzia del demanio della filiale Toscana e Umbria. Pochi giorni dopo, quest’ultimo in risposta all’ordinanza invia una nota al Comune, con cui spiega che «l’immobile denominato “Ex Miniera dell’ Accesa” appartiene al demanio pubblico dello Stato, ramo Storico Artistico», mentre «all’agenzia del demanio è demandata la sola amministrazione del patrimonio immobiliare dello Stato, nell’interesse del Ministero dell’Economia e delle Finanze, cui spetta la rappresentanza giuridica e processuale nelle forme e modalità di legge». Tradotto: anche se a lui spetta l’amministrazione di quell’immobile, ciò non significa che sia di sua proprietà. Quindi, visto che nell’ordinanza si parla di «proprietario», l’obbligo non è lui che deve rispettarlo. Il Comune, a questo punto, anche per «non precostituire situazioni di possibili contenziosi futuri», è costretto a revocare la prima ordinanza, sostituendo la parte in cui si scrive «in qualità di proprietario dell’area (soggetto legalmente obbligato)» con «in qualità di amministratore del patrimonio immobiliare dello Stato». Basta, nient’altro. I rifiuti incontrollati, gli obblighi e tutti il resto contenuto nella prima ordinanza viene riproposto pari pari. Ovvero dieci giorni di tempo dalla notifica per adempiere a «urgenti lavori di ripristino della recinzione e parte del piazzale adiacente» e trenta per inviare al Comune e all’Asl «una dettagliata relazione in merito alla stabilità dei fabbricati e alla loro agibilità». Sperando che non ci sia qualche altra “parolina” a far rinviare tutto di nuovo.