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LA REPUBBLICA
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
Web www.provincia.grosseto.it e-mail urp@provincia.grosseto.it
2012-12-10
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L’evoluzione della crisi scompagina il progetto di votare il 27 gennaio. I democratici di Empoli e Prato: noi andiamo avanti
L’ACCELERAZIONE della crisi di governo scompagina il progetto di votare il 27 gennaio per le primarie dei parlamentari del Pd. Lo rende impossibile l’ipotesi di svolgere le elezioni in febbraio. E così nel Pd toscano comincia il braccio di ferro. «Primarie? Non c’è tempo» sostengono i bersaniani. I renziani non ci stanno: «Facciamole subito». E i democratici di Empoli e Prato confermano di essere pronti alla disubbidienza: «Se non le farà il Pd toscano, ce le faremo da soli».PRIMARIE Pd per i parlamentari, l’annuncio delle dimissioni di Monti anticipa la probabile data delle elezioni e tutto sembra tornare per aria. «Se si vota a metà febbraio, non c’è il tempo: le liste vanno presentate per legge 35 giorni prima del voto», annuncia il numero due del Pd toscano Luca Sani. E la rete dei comitati Renzi si mette di traverso via web: «Convochiamo le primarie a gennaio». Mentre i democrat di Empoli e Prato confermano di essere pronti alla disubbidienza: «Se non le farà il Pd toscano, le primarie ce le faremo da soli». E’ un braccio di ferro che minaccia di diventare un duro scontro.
Il segretario toscano Andrea Manciulli dichiara di volerle fare. Aggiunge che, nel caso il giorno del voto politico fosse stabilito nel prossimo 10 marzo, come inizialmente ipotizzato, le primarie si potrebbero tenere a fine gennaio, domenica 27 forse. Ma ora che tutto sembra precipitare, che si parla di elezioni entro metà febbraio, il Pd toscano appare perplesso e perfino scettico:
«Ma come pensate di poterle fare? Se si votasse il 17 febbraio, le liste dovrebbero essere presentate a metà gennaio, quando si pensa di farle le primarie? Oltretutto ci deve essere una seduta dell’assemblea nazionale che decide le regole e si devono trovare 1.100 volontari per tenere aperti i seggi», si fa notare dal Pd toscano. E Sani, coordinatore bersaniano, tira le somme: «Se la data è febbraio le primarie saltano, a meno che qualcuno non pensi di poterle fare con la bottiglia dello spumante in mano», dice il deputato grossetano. Convinto che tutto dipenda dal Capo dello Stato, da quando deciderà di sciogliere le Camere.
Se le elezioni cadessero domenica 24 febbraio, le liste dovrebbero essere presentate il 20 gennaio e in teoria le primarie potrebbero tenersi domenica 13. A patto però di una corsa folle contro il tempo: «Se poi si facessero, non si pensi di viverle come un secondo tempo, perché è il momento dell’unità», manda a dire Sani ai renziani. Ma il punto adesso è primarie sì primarie no. Come si può pensare, con le liste bloccate del Porcellum, di rimettere indietro le lancette dell’orologio? Di tornare alle stanze chiuse e fumose dove pochi decidono il destino di tutti?
«Se c’è la volontà politica le difficoltà organizzative si superano, ad oggi tutti hanno espressogrande convinzione per le primarie », dice la segretaria empolese Brenda Barnini. «Noi le faremo in ogni caso, anche da soli, per scegliere i nostri rappresentanti da proporre per la lista», aggiunge la segretaria. E anche l’altrettanto renziano Francesco Puggelli, dirigente pratese del Pd, conferma la stessa linea: «Le faremo comunque, abbiamo già raccolto 4.500 firme sul territorio e non possiamo dire adesso che abbiamo scherzato». Anche il gruppo di «Energie alternative», di cui fa parte Puggelli e con lui altri renziani ed esponenti bersaniani, preme per tenere le primarie per i parlamentari. Per evitare scorciatoie «che non sarebbero capite dagli elettori toscani ».
Il segretario Manciulli convocherà tra un paio di giorni, forse già dopodomani, i segretari provinciali per sciogliere il nodo. Per valutare i possibili tempi delle consultazioni e anche per chiarire un punto: nel caso il Pd nazionale non convocasse le primarie, potrebbe o no farlo il Pd toscano? Secondo il coordinatore della segreteria regionale Sani, no: «Non può esserci una decisione diversa su queste cose». Secondo la segretaria del Pd empolese invece sì: «Se anche non ci fosse una decisione nazionale, non possiamo tornare indietro», dice Barnini. Ricordando che il Pd dell’Emilia Romagna e della Liguria hanno già approvato i regolamenti.
L’on. Sani dovrebbe fare un monumento a Berlusconi e Calderoli che, con il Porcellum, gli hanno permesso di entrare in parlamento una volta e molto probabilmente glielo permetteranno di nuovo…
Ragazzi, ma che dite!!
Le preferenze, si sa, portano ad un aumento dei costi della politica ed avvicinano a reati pericolosi, che il Porcellum, giustamente, vuole evitare per il bene della democrazia.
D’altronte in Germania (SPIEGATELO A PIERFURBY CASINI), i circa 600 seggi vengono attribuiti per metà in collegi uninominali e l’altra metà col proporzionale CON LISTE BLOCCATE
PORCELLUM di nome e di fatto