CORSI PER SEGRETARI DI GOLF, CORSI DI CAFFETTERIA ESTREMA E STUDI SULL’OLFATTO DEI RODITORI: LE SPESE PAZZE DELLE REGIONI.
Corsi di formazione per «segretari di golf» o per imparare a fare il pane, con meno sale, oppure per «tecniche di vocalità molecolare»… E anche così che le regioni italiane hanno investito oltre 15 miliardi di euro, per metà provenienti da Bruxelles. Sprecando fondi che invece avrebbero potuto essere utilizzati per combattere la disoccupazione.
C`è la Toscana che ha investito 13.760 euro di fondi pubblici in un «corso professionalizzante di caffetteria estrema». C`è il Lazio che ha impiegato 28 milioni per formare parrucchieri, acconciatori e hair stylist. l`Umbria ha speso 104mila euro in due corsi per «esperto nella gestione del cicloturismo», tenuti però da un ente convenzionato con l`Associazione italiana psicologi.
O che la Valle d`Aosta ha destinato 4.457 euro a uno studio sul «bulbo olfattivo adulto dei roditori».
Sono solo alcuni degli esempi tra i migliaia di canali che gli enti locali si sono inventati per buttare via i soldi pubblici. Quelli del FSE, il Fondo Sociale Europeo che nei 7 anni tra 2007 e 2013 assegna loro la considerevole cifra di 15,32 miliardi di euro da usare principalmente per combattere la disoccupazione.
Il rischio concreto è che, quando Bruxelles dovrà assegnarci i nuovi fondi per la programmazione 2014-2020, stringa i cordoni della borsa, visto che non ci siamo dimostrati all`altezza. Ecco, paradossalmente, perché si investe male: perché l`eccesso di soldi, soprattutto quando le scadenze si avvicinano e l`Unione Europea inizia a chiederti conto dei fondi inutilizzati, spinge gli enti locali a finanziare qualsiasi cosa pur di spendere. Altrimenti non si comprende come mai al Friuli Venezia Giulia gestire un account Twitter e un profilo Facebook dedicati al turismo costi 315 mila euro.
La Toscana, in «air stylist» (scritto proprio così, senza h),ha speso 11,7 milioni più 42.915 euro per un corso di massaggio ayurvedico. Poi, siccome ha emanato una legge che impone una licenza ai tatuatori, è stata costretta a finanziare, con 60 mila euro, i relativi corsi abilitanti.
La Calabria ha investito 1,3 milioni sui capelli in chiave anticrisi e la Valle d`Aosta un altro milione cui vanno aggiunti 881 mila euro per tecnici dell`estetica e «addetti alla ricostruzione unghie in gel». La Puglia, per gli «operatori del benessere» ha speso 518 mila euro e 317 mila per formare truccatori estetici, mentre, per parrucchieri, estetisti, visagisti, addetti al solarium la Sicilia è arrivata a impegnare quasi 2,5 milioni. Per la cronaca «solo il 9 per cento dei corsisti trova un lavoro». I soldi del Fse sull`isola sono serviti persino a finanziare (56 milaeuro) corsi di scacchi nelle scuole.
La Toscana ha speso 107.400 euro per un corso chiamato «Mitico ice cream», simile al «Gelataio freestyle» della Campania, costato 120 mila euro. Ancora la Toscana: il corso «11 grano e la segale» è costato ai contribuenti 17 mila euro.
Nelle Marche, per non essere da meno, hanno stanziato 55.900 euro per gli «ambasciatori dell`enogastronomia pesarese» e 9.450 per un «esperto negli abbinamenti birra-cibo». La Liguria si difende con appena 8.856 euro per un seminario sulla coltivazione del basilico. Ma la regione che più di tutte ha puntato sull`enogastronomia è la Puglia dí Níchi Vendola. Per formare «esperti in banqueting», nelle sue varie declinazioni (come il «manager nella ristorazione semovente» o il «tecnico della ristorazione per imbarcazioni») ha finanziato un`ottantina di corsi per una spesa che nel 2010 è stata di 495 mila euro.
C`è addirittura chi punta sui matrimoni per abbattere la disoccupazione: la Toscana ha investito 12 mila euro in 15 corsi per «wedding planner» e la Puglia 6 mila per «tecnici dell`abito da sposa». Più creativi in Toscana, dove hanno il problema di fare pagare il biglietto sui mezzi pubblici e perciò hanno investito 31.418 euro nel progetto «Rebus-ridurre l`evasione sull`autobus» per formare bigliettai e controllori.
Spese assurde? Aspettate di leggere quel che ha fatto la Valle d`Aosta. Ha pagato corsi per «Allievi segretari di golf», Nam Rasayan e la guarigione delle ombre oscure della mente» (320 euro); «Utilizzo della motosega in arboricoltura» (764 euro); «Hot storie massage» (240 euro); «Operatori di shiatsu» (3.399); «Massaggiatore cineticosvedese» (6 mila). Ha finanziato anche due corsi base di ipnosi (1.485 euro l`uno), uno sulla «terminologia delle malattie fisiche e mentali nei dialetti francoprovenzali della Valle d`Aosta» (22.134 euro) e un «master in scienze del matrimonio e della famiglia» (1.140 euro). Così non possono stupire gli studi sull`«etologia del camoscio» (1.406 euro), sulla «dermatologia del cane e del gatto» (1.180) e sul «Perché abbiamo ancora bisogno delle fiabe?» (370 euro).
Anche il Friuli Venezia Giulia ha un`anima animalista: ha speso 60 mila euro per formare esperti di «piccoli animali da cortile», mentre l`Umbria ne ha stanziati 130 mila per la tracciabilità del suino.
Sempre per ridurre la disoccupazione, il Lazio ha deciso di spendere 194 mila euro per due corsi di «Housekeeping», che è un modo molto elegante per dire che ai partecipanti è stato insegnato a svolgere le faccende di casa. La Toscana ha pensato ai giovani con un «corso di formazione per operatore di lavanderia e stiratura» da 100 mila euro e con un altro, da 80 mila, per «addetto operazioni di scavo», cioè anche per usare la pala. La Sicilia ha puntato 19 mila euro per insegnare un «nuovo stile dì ricamo tra trine, pizzi e antichi merletti», 18 mila per «Merletti a fusello» e 17.600 per un corso intitolato «Taglio, cucio, scudo e imparo».
Ma non si dovevano accorpare le Regioni
http://www.trmtv.it/home/politica/2014_12_22/81668.html
e ridurre il numero ridondante di Comuni?
http://www.lavoce.info/archives/30365/come-dare-taglio-comuni/
Come potrete leggere dai link sovrastanti lo aveva detto il PD ed anche il Commissario per la revisione della spesa Cottarelli
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/15/spending-review-cottarelli-ottomila-comuni-sono-troppi-devono-unirsi-il-31-vado-via/1155814/
Mentre Renzi si occupa della legge elettorale, vera ed autentica emergenza del Paese, in altri Stati ci si sta dando piuttosto da fare
http://www.ilgiornale.it/news/esteri/francia-pronta-tagliare-regioni-22-12-1024123.html
Purtroppo alcuni renziani come Giuntini
https://www.massacomune.it/2014/08/01/lapologia-dellipocrisia/
sembrano avere idee piuttosto diverse in merito
https://www.massacomune.it/2013/11/07/no-al-super-comune-fusione-sbagliata-giuntini-rilancia-il-ruolo-delle-unioni/
Quando si dice il riformismo
La cosiddetta Legge Scelba (Legge 10 Febbraio 1953 n.62) prevedeva che le Regioni, poi fortunatamente istituite solo molto più tardi nel 1970 (meglio se non se ne fosse fatto di niente), avrebbero potuto legiferare sulle materie di loro competenza solo nell’ambito delle leggi quadro approvate dal Parlamento.
Poi grazie al centro sinistra (ricordiamo che l’istituzione delle Regioni, insieme alla scuola media unitaria ed alla legge urbanistica era uno dei punti programmatici per la realizzazione dell’accordo) furono finalmente realizzate e, grazie a numerose sentenze della Corte Costituzionale, se ne accrebbero compiti e funzioni, anche in assenza del previsto coordinamento con lo Stato.
Poi vennero le Leggi Bassanini e la riforma del Titolo V della Costituzione, che quei bravi ragazzi del centro destra, autodefinitisi liberali, non seppero o non vollero contrastare e siamo arrivati dove siamo arrivati, tanto che giustamente Renzi e Berlusconi, nel loro accordo del Nazareno, intenderebbero riportare diverse competenze delle Regioni allo Stato (spero proprio che ce la facciano).
Le spese pazze si evitano abrogando le Regioni che le determinano
Come riferito nel primo commento, Chiamparino ed il Pd
http://www.trmtv.it/home/politica/2014_12_22/81668.html
avevano meritoriamente proposto di accorpare le Regioni. Dello stesso tenore un ordine del giorno approvato in Senato in occasione della recente approvazione della legge costituzionale del Ministro Boschi.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/08/riforma-senato-manca-numero-legale-in-aula-seduta-sospesa/2108774/
Tuttavia, come è già successo con il suo corregionale Fassino, anche Chiamparino propone bene e poi non vuole, o non riesce, a dare corpo alle proprie intenzioni.
Anzi, bussa alla cassa
http://www.ilgiornale.it/news/politica/corte-dei-conti-certifica-buco-58-miliardi-renziano-chiede-a-1185088.html
Troppo facile, caro Presidente Chiamparino.
Se immaginiamo di fare il federalismo con queste persone, c’è da toccare ferro … e qualcos’altro
Secondo Chiamparino, il buco di bilancio della Regione Piemonte deriverebbe da una “errata interpretazione” di una norma da parte della Corte dei Conti
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/20/conti-pubblici-nel-2014-buco-del-piemonte-a-58-miliardi-chiamparino-governo-intervenga-o-non-chiudiamo-bilancio/2144882/
Tra norme male interpretate e decreti apparentemente mancanti, come successo in passato sulla quota sociale delle rete delle RSA, a carico dei degenti e delle loro famiglie, ed ora sulla TASI (a breve nuovi aggiornamenti), a prenderlo in quel posto, per mera casualità, sono sempre i contribuenti.
Ma forse è inutile lamentarsi, perlomeno in certe località, se si vota sempre la stessa parte politica