CORRIERE DI MAREMMA

Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP

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2012-12-05

 

Criminalità

Mafia, in Maremma non c’è “ma guai ad abbassare la guardia”

 

GROSSETO La sala Pegaso della Provincia era piena. Moltissimi geometri, tanti studenti per un argomento vecchio come il mondo, scottante e inquietante come “Appalti pubblici e antimafia”. Il convegno è stato organizzato dal Consiglio provinciale geometri e geometri laureati di Grosseto sotto il patrocinio del Consiglio nazionale e l’ottima collaborazione della prefettura, ufficio territoriale del Governo di Grosseto. Una intera giornata dedicata alla piaga della mafia, l’evoluzione delle leggi che la combattono, fino alla presentazione di un software dedicato a intuire una possibile infiltrazione mafiosa in una gara per l’assegnazione di un appalto. Il preambolo è stato affidato alla voce del presidente del collegio provinciale, Paola Borracelli: “Per noi è un momento veramente importante – ha dichiarato – la materia è difficile e spinosa. Ho trovato nel Prefetto Valentini una persona semplicemente disponibile, ho grande piacere nel vedere tanti giovani. In provincia di Grosseto il problema mafia non è preoccupante, ma è sempre importante parlarne. La conoscenza aiuta, specialmente nel periodo critico che stiamo attraversando, anzi è proprio durante l’emergenza che si deve stare molto attenti”. Marco Valentini ha portato un contributo lineare, frutto di una esperienza pluriannuale sul fronte della mafia, ha “distribuito conoscenza” sui metodi investigativi, di contrasto alla penetrazione di Cosa Nostra nel tessuto sociale. “Da più di 20 anni la mafia è all’attacco delle istituzioni – ha detto il Prefetto – con un terrorismo politico – mafioso, lo scenario della crisi aumenta la vulnerabilità alle infiltrazioni disponendo di una grande massa di liquidità. Noi facciamo molte cose, non esistono isole felici e l’edilizia resta il settore privilegiato della malavita come quello della ristorazione”. Lo sguardo arriva al territorio: “Il 15 gennaio si firmerà il protocollo di legalità con la Prefettura di Siena inteso a salvaguardare il raddoppio della Grosseto-Siena, appalto di 300 milioni di euro. Il 19 dicembre ci sarà la sottoscrizione del patto per la sicurezza tra la Prefettura e i comuni di Grosseto, Follonica, Orbetello e Monte Argentario consentendo controlli minuziosi nella ricostruzione”. Dopo aver sottolineato che non bisogna enfatizzare la situazione positiva della Maremma, Valentini ha proseguito: “La strategia dei protocolli è vincente come la tracciabilità dei pagamenti. La sfida è nel mettere maggiore intelligenza e innovazione nella lotta. A breve ci sarà una banca dati antimafia unica, quindi l’elenco delle imprese che hanno sottoscritto il piano antimafia. Le storiche organizzazioni mafiose adesso non gestiscono le attività criminali ma delegano questi compiti a bande rendendo più difficile l’investigazione”. E’ stato Francesco Calderoni dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e ricercatore presso Transcrime a scoprire Ris.I.C.O. il software realizzato per ottenere il valore da 0 a 100 del rischio mafia nelle gare di appalto che sarà sperimentato sul campo dalle Prefetture.

 

Giancarlo Mallarini

Un Commento a “Mafia, in Maremma non c’è “ma guai ad abbassare la guardia””

  • Oscar De Paoli says:

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    Prima di affermare che la mafia a Grosseto non esiste, occorre analizzare cosa significa la parola mafia.

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    Questo è quello che si trova online su Wikipedia, un’enciclopedia Libera.

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    Mafia è un termine diffuso ormai a livello mondiale con cui ci si riferisce ad una particolare tipologia di organizzazioni criminali. Le analisi moderne del fenomeno della mafia la considerano, prima ancora che una organizzazione criminale, una “organizzazione di potere”; ciò evidenzia come la sua principale garanzia di esistenza non stia tanto nei proventi delle attività illegali, quanto nelle alleanze e collaborazioni con funzionari dello Stato, in particolare politici, nonché del supporto di certi strati della popolazione.

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    Di conseguenza il termine viene spesso usato per indicare un modo di fare o meglio di organizzare, non necessariamente cose illecite. Quindi il termine “mafioso” può essere utilizzato nel linguaggio comune per definire, per esempio un sindaco che dia concessioni edilizie solo ai suoi “amici” o un professore universitario che fa vincere borse di studio a persone anche valide ma a lui legate o la nomina da parte di un governo di altissimi dirigenti anche capaci ma “politicamente vicini” alla maggioranza di cui il governo è espressione.

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    Alla luce di quanto appena letto, si evince che la mafia a Grosseto esiste, ed è anche ben protetta e tollerata.
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    UN MAFIOSO NON SI RICONOSCE DALLA COPPOLA O LA LUPARA E NEMMENO DALL’ACCENTO SICILIANO…
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    Leggete quì:
    https://www.massacomune.it/2012/11/23/un-brivido-lungo-la-schiena/
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