ERA CONSIGLIERE PDL. NON LO FANNO VOTARE ALLE PRIMARIE DEL 25. IL CASO DI GENNARO ZANFARDINO, SOSTENITORE DI MATTEO RENZI. «HO CAMBIATO IDEA. MA NON POTRO’ DARE IL MIO CONTRIBUTO»
Non potrà votare Renzi alle primarie del centrosinistra perché, fino ad un anno e mezzo fa, era un consigliere comunale del Pdl. E non gli basterà aver rimesso ogni incarico dirigenziale nel partito, del quale non ha nemmeno più la tessera da semplice militante, per ottenere il placet del comitato provinciale dei garanti delle primarie. Il caso di Gennaro Zanfardino, ex consigliere comunale del Pdl a Follonica, dimessosi a maggio del 2011 per una presunta incompatibilità dovuta a morosità tributaria nei confronti della stessa amministrazione, rischia di slabbrare le maglie già larghe del regolamento delle PRIMARIE DELLA COALIZIONE “ITALIA BENE COMUNE”, FORMATA DA PD, SEL e PSI. «Due giorni fa mi sono recato ad un gazebo del Pd – racconta Zanfardino – ho firmato tutti i documenti, donando anche i due euro. VORREI INCORAGGIARE IL CONTRIBUTO DI RENZI AL RINNOVAMENTO DEL PD, CHE CREDO POSSA MIGLIORARE LA POLITICA NEL SUO COMPLESSO, LIBERANDOLA DA SCHEMI OBSOLETI E DANNOSI PER LA SOCIETA’». Il 65enne ex consigliere sottolinea di essersi «documentato prima di fare questa scelta, senza una fede dogmatica». Il busillis però è un altro. Se non dovesse essere Renzi il vincitore, la firma a sostegno della coalizione di centrosinistra e della sua carta d’intenti rimarrà, e dovrebbe comportare un “obbligo morale” al momento del voto. «La questione è in fieri, ma il documento è talmente generico che non ho problemi a sottoscriverlo – ribatte Zanfardino – ovviamente la vittoria di Renzi lo farebbe sentire più vicino alle mie vedute. Oltretutto, prima di confluire nel Pdl, del quale dal 2011 non ho nemmeno più la tessera, ero iscritto al partito socialista. La mia storia politica è risaputa». Un passato talmente conosciuto che a Follonica qualcuno ha storto il naso, segnalando l’accaduto al coordinamento provinciale per le primarie. Ufficialmente il provvedimento ancora non è stato preso, ma, salvo colpi di scena, a Zanfardino verrà impedito di recarsi al seggio. «Domani (oggi ndc) vaglieremo questa situazione insieme a tante altre – dice diplomaticamente Alessandro Militello, uno dei tre garanti del coordinamento in quota Pd, insieme a Michele Fabianelli di Sel e Filippo Andretta del Psi – e valuteremo la coerenza politica dei soggetti». Secondo il regolamento delle primarie, non sono ammessi al voto coloro che non abbiano sottoscritto l’appello e la carta di intenti oppure «svolgano attività politica in contrasto con la Coalizione di centro sinistra Italia Bene Comune». Il verbo è al presente e il concetto di attività politica lascia spazio a molteplici interpretazioni. «Per attività politica – spiega il garante Pd – si intendono dirigenti, amministratori o candidati di partiti o movimenti riconducibili al centrodestra». Quindi Zanfardino, che da un anno e mezzo non ha incarichi né tessere di partito, e non svolge, ad oggi, attività politica in contrasto con la coalizione, potrà votare? «In questi anni ha perseguito un percorso politico diverso dal nostro – ribatte Militello – e le sue dimissioni non sono state accompagnate da un rinnegamento di quella esperienza. Nel Pd non è possibile iscriversi se nei precedenti due anni si è fatto parte di altre formazioni. Personalmente ritengo i due anni un orizzonte temporale consono a declinare casi di questo genere, ma ne dovrò discutere con gli altri garanti e con i rappresentanti dei singoli candidati». Una vicenda simile coinvolgerebbe un altro ex consigliere comunale di Follonica, Enrico Calossi, in passato esponente di Rifondazione Comunista, partito contrario al governo Monti e tutt’altro che tenero con il Pd, accusata più volte di aver “svenduto l’anima”. Per lui invece non sarebbero stati rilevati elementi ostativi alla partecipazione alle primarie. «Ha lasciato Rifondazione da tre anni» sarebbe la giustificazione. Mentre capziosamente qualcuno riflette che quel voto, come altri provenienti dalla stessa area, probabilmente andrà a Vendola o Bersani, candidati più graditi all’apparato rispetto al rottamatore Renzi. Che nelle acque della città del golfo scorrano i veleni lo testimonia anche l’accusa rivolta al sindaco Baldi di utilizzare il cellulare del Comune per inviare sms a favore del suo omologo fiorentino. «Voto Renzi perché credo non serva tanto conservare ciò che è stato dei partiti di provenienza ma, nel rispetto dei valori di sinistra, costruire il futuro e non solo parlare di futuro» è uno dei passaggi dell’sms del quale il primo cittadino follonichese rivendica la genesi. «Ho mandati un centinaio di messaggi con il cellulare di mio marito – replica Baldi – ed altri con quello del Comune, ma digitando il codice che segnala un uso privato, per il quale pago regolare tariffa. Si tratta di maldicenze faziose». Sotto la lente d’ingrandimento del comitato dei garanti ci sarebbe anche l’iscrizione di Massimo Felicioni, capogruppo in Comune della lista Grosseto Oggi. «Ho avuto il piacere di conoscere Renzi e il suo entourage, valutandone positivamente l’esperienza amministrativa – dichiara Felicioni – la mia lista civica non è ascrivibile a nessuno schieramento. Se poi l’aver fatto parte di Forza Italia alla fine degli anni ’90 mi precluderà l’opportunità di votare, ne prenderò atto. E chi di dovere se ne assumerà la responsabilità». Winston Churchill, per giustificare il mutamento delle proprie convinzioni, sosteneva che un giovane conservatore è una persona senza cuore, mentre un adulto liberale è una persona senza cervello. Se l’ex primo ministro del Regno Unito fosse ancora vivo, chissà se potrebbe votare alle primarie
Il PD deve davvero essere un partito di grande qualità se può permettersi di lasciare fuori una persona come l’Ingegner Gennaro Zanfardino, che conosco molto bene ed apprezzo. La coerenza delle posizioni è una vicenda molto dibattuta. Pensiamo a Massimo D’Alema, prima ferocemente contrario alla trasformazione del PCI in PDS, poi sordido oppositore dell’Ulivo, che contribuì ad affondare, e del Partito Democratico, di cui ora è fiero componente.Una posizione assai simile a quella di Luca Sani. Molto interessante, se non ricordo male, è anche la posizione della Dottoressa Barbara Pinzuti, attuale segretario provinciale del Partito Democratico, che nel 2005 sostenne la Mozione MUSSI contro la trasformazione dei DS in PD. Con simili granitiche certezze e coerenze, mi chiedo se i garanti gli consentiranno di votare
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Da IL TIRRENO del 23.11.2012
ERA CONSIGLIERE PDL. NON LO FANNO VOTARE ALLE PRIMARIE DEL 25. IL CASO DI GENNARO ZANFARDINO, SOSTENITORE DI MATTEO RENZI. «HO CAMBIATO IDEA. MA NON POTRO’ DARE IL MIO CONTRIBUTO»
Non potrà votare Renzi alle primarie del centrosinistra perché, fino ad un anno e mezzo fa, era un consigliere comunale del Pdl. E non gli basterà aver rimesso ogni incarico dirigenziale nel partito, del quale non ha nemmeno più la tessera da semplice militante, per ottenere il placet del comitato provinciale dei garanti delle primarie. Il caso di Gennaro Zanfardino, ex consigliere comunale del Pdl a Follonica, dimessosi a maggio del 2011 per una presunta incompatibilità dovuta a morosità tributaria nei confronti della stessa amministrazione, rischia di slabbrare le maglie già larghe del regolamento delle PRIMARIE DELLA COALIZIONE “ITALIA BENE COMUNE”, FORMATA DA PD, SEL e PSI. «Due giorni fa mi sono recato ad un gazebo del Pd – racconta Zanfardino – ho firmato tutti i documenti, donando anche i due euro. VORREI INCORAGGIARE IL CONTRIBUTO DI RENZI AL RINNOVAMENTO DEL PD, CHE CREDO POSSA MIGLIORARE LA POLITICA NEL SUO COMPLESSO, LIBERANDOLA DA SCHEMI OBSOLETI E DANNOSI PER LA SOCIETA’». Il 65enne ex consigliere sottolinea di essersi «documentato prima di fare questa scelta, senza una fede dogmatica». Il busillis però è un altro. Se non dovesse essere Renzi il vincitore, la firma a sostegno della coalizione di centrosinistra e della sua carta d’intenti rimarrà, e dovrebbe comportare un “obbligo morale” al momento del voto. «La questione è in fieri, ma il documento è talmente generico che non ho problemi a sottoscriverlo – ribatte Zanfardino – ovviamente la vittoria di Renzi lo farebbe sentire più vicino alle mie vedute. Oltretutto, prima di confluire nel Pdl, del quale dal 2011 non ho nemmeno più la tessera, ero iscritto al partito socialista. La mia storia politica è risaputa». Un passato talmente conosciuto che a Follonica qualcuno ha storto il naso, segnalando l’accaduto al coordinamento provinciale per le primarie. Ufficialmente il provvedimento ancora non è stato preso, ma, salvo colpi di scena, a Zanfardino verrà impedito di recarsi al seggio. «Domani (oggi ndc) vaglieremo questa situazione insieme a tante altre – dice diplomaticamente Alessandro Militello, uno dei tre garanti del coordinamento in quota Pd, insieme a Michele Fabianelli di Sel e Filippo Andretta del Psi – e valuteremo la coerenza politica dei soggetti». Secondo il regolamento delle primarie, non sono ammessi al voto coloro che non abbiano sottoscritto l’appello e la carta di intenti oppure «svolgano attività politica in contrasto con la Coalizione di centro sinistra Italia Bene Comune». Il verbo è al presente e il concetto di attività politica lascia spazio a molteplici interpretazioni. «Per attività politica – spiega il garante Pd – si intendono dirigenti, amministratori o candidati di partiti o movimenti riconducibili al centrodestra». Quindi Zanfardino, che da un anno e mezzo non ha incarichi né tessere di partito, e non svolge, ad oggi, attività politica in contrasto con la coalizione, potrà votare? «In questi anni ha perseguito un percorso politico diverso dal nostro – ribatte Militello – e le sue dimissioni non sono state accompagnate da un rinnegamento di quella esperienza. Nel Pd non è possibile iscriversi se nei precedenti due anni si è fatto parte di altre formazioni. Personalmente ritengo i due anni un orizzonte temporale consono a declinare casi di questo genere, ma ne dovrò discutere con gli altri garanti e con i rappresentanti dei singoli candidati». Una vicenda simile coinvolgerebbe un altro ex consigliere comunale di Follonica, Enrico Calossi, in passato esponente di Rifondazione Comunista, partito contrario al governo Monti e tutt’altro che tenero con il Pd, accusata più volte di aver “svenduto l’anima”. Per lui invece non sarebbero stati rilevati elementi ostativi alla partecipazione alle primarie. «Ha lasciato Rifondazione da tre anni» sarebbe la giustificazione. Mentre capziosamente qualcuno riflette che quel voto, come altri provenienti dalla stessa area, probabilmente andrà a Vendola o Bersani, candidati più graditi all’apparato rispetto al rottamatore Renzi. Che nelle acque della città del golfo scorrano i veleni lo testimonia anche l’accusa rivolta al sindaco Baldi di utilizzare il cellulare del Comune per inviare sms a favore del suo omologo fiorentino. «Voto Renzi perché credo non serva tanto conservare ciò che è stato dei partiti di provenienza ma, nel rispetto dei valori di sinistra, costruire il futuro e non solo parlare di futuro» è uno dei passaggi dell’sms del quale il primo cittadino follonichese rivendica la genesi. «Ho mandati un centinaio di messaggi con il cellulare di mio marito – replica Baldi – ed altri con quello del Comune, ma digitando il codice che segnala un uso privato, per il quale pago regolare tariffa. Si tratta di maldicenze faziose». Sotto la lente d’ingrandimento del comitato dei garanti ci sarebbe anche l’iscrizione di Massimo Felicioni, capogruppo in Comune della lista Grosseto Oggi. «Ho avuto il piacere di conoscere Renzi e il suo entourage, valutandone positivamente l’esperienza amministrativa – dichiara Felicioni – la mia lista civica non è ascrivibile a nessuno schieramento. Se poi l’aver fatto parte di Forza Italia alla fine degli anni ’90 mi precluderà l’opportunità di votare, ne prenderò atto. E chi di dovere se ne assumerà la responsabilità». Winston Churchill, per giustificare il mutamento delle proprie convinzioni, sosteneva che un giovane conservatore è una persona senza cuore, mentre un adulto liberale è una persona senza cervello. Se l’ex primo ministro del Regno Unito fosse ancora vivo, chissà se potrebbe votare alle primarie
Il PD deve davvero essere un partito di grande qualità se può permettersi di lasciare fuori una persona come l’Ingegner Gennaro Zanfardino, che conosco molto bene ed apprezzo.
La coerenza delle posizioni è una vicenda molto dibattuta. Pensiamo a Massimo D’Alema, prima ferocemente contrario alla trasformazione del PCI in PDS, poi sordido oppositore dell’Ulivo, che contribuì ad affondare, e del Partito Democratico, di cui ora è fiero componente.Una posizione assai simile a quella di Luca Sani.
Molto interessante, se non ricordo male, è anche la posizione della Dottoressa Barbara Pinzuti, attuale segretario provinciale del Partito Democratico, che nel 2005 sostenne la Mozione MUSSI contro la trasformazione dei DS in PD.
Con simili granitiche certezze e coerenze, mi chiedo se i garanti gli consentiranno di votare