IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-10-15

 

TURISMO

 

«La tassa di soggiorno in Maremma è un autogol» L’assessore provinciale Chelini traccia il bilancio della stagione (meno 7-8%) e avverte i Comuni: «Il balzello è una limitazione alla ripresa del turismo»

 

di Sabino Zuppa GROSSETO

 

Il turismo in Maremma ha retto il colpo e con uno scatto di reni in agosto e settembre è riuscito a limitare i danni della crisi economica generale del paese e che quest’anno ha causato una diminuzione di presenze, a livello nazionale, di circa il 15-16%. Certo non ci sono i numeri irreali (un calo di appena il 3,9% che, purtroppo, nessuno ha visto) disegnati dall’assessore regionale Cristina Scaletti in un recente bilancio della stagione e l’abolizione delle Apt, senza una valida alternativa, ha penalizzato enormemente la nostra zona, ma, nel complesso, poteva andare peggio. A confermarlo Gianfranco Chelini, assessore provinciale al turismo ed allo sviluppo economico, che vive da vicino il trend di questo settore: «La mia sensazione, basata sui primi dati a disposizione, è che la perdita di presenze in Maremma sia stata intorno al 7-8% – spiega Chelini – un risultato migliore del catastrofico dato nazionale che si è ottenuto grazie ad un buon mese di agosto ed ad un ottimo inizio di settembre, dove sono tornati anche gli stranieri in Maremma. La situazione era molto preoccupante nella prima parte di stagione quando il valore di perdita si attestava intorno all’11%». E proprio la diminuzione del turismo domestico è stato l’elemento determinante per tutte le località, tra le quali in Toscana si sono salvate le sole città d’arte: il turismo balneare, invece, è legato soprattutto a strutture dove spesso i visitatori spendono tutto il loro budget, limitando poi tutto il resto: «Alcune zone della Maremma si sono salvate in settembre con il ritorno degli stranieri – continua l’assessore – ed in particolare hanno influito il cicloturismo ed il golf, specialmente nelle zone di Massa Marittima e Castiglione della Pescaia. Critica, invece, la posizione degli alberghi che, tra gli altri, hanno maggiori costi fissi e di personale: per questo in futuro la provincia cercherà di stare particolarmente vicina alla categoria». Il problema dei costi è un elemento determinante in tutti i mercati e per il prossimo anno, nel turismo, si profila la temutissima tassa di soggiorno: «Sono assolutamente contrario a tale balzello – dice Chelini – perché rappresenta una grande limitazione alla ripresa del settore. È un costo aggiuntivo per i clienti delle strutture, che le rende meno competitive rispetto a quelle di altri luoghi dove tale imposizione non esiste; in secondo luogo ogni operatore, per ogni euro incassato di tasse, è costretto a spenderne altrettanti in carte o burocrazia, e questo appare un controsenso in un’era in cui si ricerca la semplificazione». L’analisi del problema giunge poi al nodo cruciale, ossia su cosa possono fare i comuni con gli introiti della tassa di soggiorno: «Non voglio assolutamente entrare nel merito dei bilanci comunali, perché capisco che la mannaia statale ha creato varie situazioni di difficoltà – insiste lui – ma il ricavato dell’imposta va direttamente nel primo capitolo, quello delle spese correnti, e per questo i Comuni sono autorizzati a farne uso quando si presentino altre situazioni di difficoltà. E se anche gli introiti fossero spesi per la promozione, l’effetto depressivo della tassa sarebbe senz’altro superiore al guadagno ottenuto da tutte le possibili azioni messe in atto con tali fondi».

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