CORRIERE DI MAREMMA
Rassegna stampa della Provincia di Grosseto
2012-10-10
PANORAMA POLITICO
Grosseto La fascia tricolore parla della massoneria e dei suoi grembiuli
Il tema della massoneria è molto sentito a Grosseto e in Maremma. Per questo abbiamo voluto avvicinare il sindaco di Grosseto Emilio Bonifazi, per conoscere le sue idee ed avere un suo giudizio sulla massoneria. Ecco, dunque, quello che potremmo definire il ‘Bonifazi pensiero’. Signor sindaco, lei conosce la massoneria? “Oltre ad aver avuto modo di leggere spesso ‘Hiram’ ( la rivista ufficiale del Goi ndr), da anni mi sono avvicinato più per curiosità che per pregiudizio, a questo argomento. Verso la fine degli anni ‘80, quando ero consigliere comunale a Massa Marittima, venne presentato un ordine del giorno con cui si chiedeva a tutti i componenti il consiglio, di dichiarare la loro eventuale appartenenza a questa istituzione. Come cattolico, volli allora comprendere la posizione della chiesa contemporanea, nei confronti di questo antico sodalizio. Dalle dichiarazioni della Congregazione della Fede, che era allora presieduta dall’ attuale Pontefice, presi atto che, pur affermando una diversa visione del mondo, il giudizio non era negativo si auspicava la possibilità di un dialogo”. Ritiene che la Massoneria, forse anche per una certa sua riservatezza, subisca ancora oggi una sorta di persecuzione? “In questo momento, più che di persecuzione, parlerei di pregiudizio. Per quanto mi riguarda, ritengo però che tali pregiudizi, grazie ad una serie di pubbliche iniziative, aperte a tutti, che la massoneria attraverso anche le sue logge promuove nei vari comuni italiani, siano abbastanza superati. A Grosseto ad esempio, la Loggia Pacciardi, non manca periodicamente, insieme all’Antica Società Storica Maremmana, di organizzare incontri ed appuntamenti molto interessanti”. Della non accettazione delle donne in massoneria, che cosa ne pensa? “Ritengo che sia in qualche modo una scelta, storicamente comune anche a vari club. Nel tempo, questa esclusione è andata a scemare e sparire, ma ritengo e naturalmente lo dico come profano, che nel caso della massoneria, le ragioni, possano essere in qualche modo legate anche agli aspetti simbolici ed esoterici che porta avanti. Del resto, persino nell’ambiente a me più vicino, quello della chiesa cattolica, la presenza femminile è relegata a compiti limitati e ben distinti”. Che un massone invece faccia politica, che cosa ne pensa? “Penso che sia un dovere, prima ancora che un diritto, che ciascun essere umano, che fa parte di un ‘consorzio sociale’, partecipi e si impegni per la cosa pubblica. Del resto, fare politica, significa in senso lato, occuparsi del bene pubblico, cosa che si fa anche, prendendo parte alla vita associativa. Spesso erroneamente, si sente dire ‘io sono apolitico’, ma è una dichiarazione impropria, perché di fatto, nessuno lo è. Si può essere apartitici, ma con la politica ci misuriamo tutti quanti e in un modo o in un altro vi partecipiamo”. Secondo lei, un massone che entra in politica dovrebbe dichiararlo prima? “La cosa è secondo me, un fatto di singola coscienza. Essendo associazioni ed istituzioni riconosciute , pubbliche e non vietate dalle leggi dello Stato, il dichiararlo, rientra nel libro arbitrio del singolo soggetto”. Lei che è un cattolico, come vede i rapporti tra chiesa e massoneria? Pensa che influisca su certe incomprensioni, un certo retaggio risorgimentale? “Motivazioni storiche a parte, che possono sicuramente avere avuto il loro peso e la loro influenza, io credo che la massoneria, abbia una visione del mondo e dell’essere supremo, dai massoni appellato ‘Grande Architetto dell’Universo’, di tipo teosofico. La Chiesa cattolica invece, persegue una visione ‘teologica’, con un credo incarnato nel Cristo, figlio di un Dio unico. Essere dunque cattolico e contemporaneamente massone, mi appare come una evidente contraddizione”. La massoneria, parliamo di quella regolare, secondo lei ha avuto in Italia, delle responsabilità politiche? “Credo che certi fenomeni, più che alla massoneria regolare, abbiano avuto come attori, singoli soggetti di gruppi spuri e deviati. E’ quanto peraltro venne appurato, nel corso delle indagini, dalla commissione Anselmi che, a suo tempo, indagò sulla P2. Non possiamo neppure dimenticare che, personaggi insigni che hanno ricoperto cariche di primo piano in Italia, erano massoni”. Tra i suoi colleghi amministratori, del passato e del presente, ci sono stati e ci sono dei massoni dichiarati? “Certamente. Non faccio nomi, nel rispetto della riservatezza, ma ce ne sono stati e molti di loro, non hanno celato di far parte della massoneria”. Lei, se invitato, accetterebbe di farne parte? “Non ne farei parte, per la ragione già accennata, della mia identità cristiana e per il fatto conseguente di non riconoscermi, nella visione ‘teosofica’, tipica di un massone. Farne parte, sarebbe per me una contraddizione”. Dal momento che la massoneria dichiara nei suoi dettati, di lavorare al bene ed al progresso dell’umanità, lei ritiene che esprimere pareri e fornire suggerimenti e proposte, sarebbe un ruolo che le compete? “Come ogni associazione, sebbene la definizione che i massoni danno della massoneria, la rappresenti in maniera diversa, su argomenti di interesse generale, fornire contributi, sarebbe un modo positivo e legittimo per aiutare le pubbliche amministrazioni e i loro rappresentanti”. Secondo lei, in questa istituzione, c’è qualcosa di superato, di anacronistico? L’uso dei grembiuli, delle fasce, dei guanti, secondo lei sono orpelli? “La Chiesa stessa, lo vedo da cattolico, ha i suoi simboli, i suoi paramenti sacri, a cui do una valenza di sostanza, di essenzialità e non coreografica. I vari riti, seguono azioni e simbologie che li caratterizzano e li rendono unici e suggestivi. Ho assistito di recente alla cerimonia di vestizione di alcuni nuovi confratelli della Misericordia, con la consegna della ‘cappa’ e della ‘buffa’. Un momento pregnante, che ha teso a dare alla cerimonia, un alone di emozione e di coinvolgimento”. Una domanda ‘tendenziosa’. Che cosa farebbe, se come primo cittadino, si imbattesse durante una cerimonia ufficiale, in qualcuno che la saluta con i tre massonici baci sulle guance? “Sorriderei, starei al suo saluto, subendo profanamente (si dice così vero?), il triplice bacio fraterno”.
Paolo Pisani