LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-10-02

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«Il soprintendente ha fatto confusione Ha scambiato l’atrio con il vano scale»

È STATO Il Rettore della Società dei Terzieri Sandro Poli il primo ad aver denunciato la decisione di intonacare vano scale e atrio del Palazzo Comunale sollecitando l’intervento del ministero. e a Poli non èm piaciuto il contenuto della lettera con cui il Soprintendente Emanuela Carpani ha giustificato la scelta di andare avanti nella strada annunciata. «Dal contenuto della lettera — sostiene Poli — traspare una difesa d’ufficio di decisioni accademiche prese a tavolino e una certa confusione fra vano scale ed atrio che il Soprintendente considera una cosa sola». Poli approfitta per far notare come la popolazione massetana sia molto acculturata e consapevole delle proprie radici medievali quando venne assaporato il gusto della libertà comunale. «Valore sopito nei secoli bui successivi ma riesploso prepotentemente nel Risorgimento, nella Resistenza e nei primi anni della Repubblica. Per questo molti sono attenti alle testimonianze del nostro passato. Non avevo chiesto — puntualizza Poli rivolto alla Carpani — di privilegiare una facies costruttiva a scapito di altre, ma semplicemente di lasciare in vista, pochi metri quadrati su centinaia, le parti pregevoli ed originali ritornate alla luce durante la rimozione dell’intonaco, quali archi e stipiti lisciati a testimonianza di un’origine medievale del palazzo. Non ho, invece, chiesto di lasciare scoperti gli inserti in laterizio e i muri ottocenteschi o di eliminare tutti gli elementi connessi con gli interventi successivi come afferma Carpani. Dico questo — prosegue — perché dalla sua lettera potrebbe sembrare che l’atrio ed il vano scale siano la stessa cosa. L’atrio, attiguo al vano scale, è sempre stato coperto, mentre il vano scale, con molta probabilità, era un cortile interno. Le mediocri decorazioni otto-novecentesche sono solo nell’atrio d’ingresso. Con le vostre decisioni avete dato risalto solo al rifacimento ottocentesco non lasciando minima traccia del Medioevo ritrovato».
A GIUDIZIO DI POLI è assai pericoloso seguire in questi frangenti la moda, e ricorda gli esempi legati alla distruzione delle cinte murarie cittadine, al permesso di ricostruire un palazzo vescovile come quello di Massa e soprattutto negli anni ‘70 all’autorizzazione di costruire in piazza Cavour una banca in cemento armato. Purtroppo, conclude amaramente Poli, l’intonaco gettato nei giorni precedenti sarà irreversibile per i prossimi due secoli. Anzi fra qualche anno, persa la memoria di questi giorni, verrà barbaramente tracciato rompendo ciò che sta sotto per far passare quelle nuove utenze, oggi inimmaginabili, che la tecnologia futura proporrà». E a proposito di intonaci non poteva mancare un accenno a tutti quegli che a Massa coprono tutto ciò che si trova, anche di interessante, nei palazzi recentemente restaurati. «Questi intonaci non sono né una replica degli originali intonaci ottocenteschi che erano variopinti, né sono un richiamo agli intonaci medievali».

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