IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-10-02
ECONOMIA
Costretti a mangiare alla mensa a scuola Mamme infuriate Non possono portare i propri figli a casa per pranzo «Dobbiamo spendere quasi cento euro al mese, è troppo»
di Alfredo Faetti MASSA MARITTIMA Quando la mensa scolastica diventa un lusso ecco che iniziano i problemi. Ci sono molti malumori tra i genitori dei bambini di Massa Marittima, che giovedì arriveranno di fronte al Comune e alla dirigenza delle scuole materna e elementare. Malumori su cui le mamme hanno messo la firma. Sono 80 i nomi finiti sul foglio. In ballo ci sono le tariffe, «le più alte della zona», spiegano. Ma anche la tassa d’iscrizione, la mancata comunicazione da parte dell’amministrazione sulle nuove disposizioni e il diritto di privacy che viene meno, a loro parere, compilando il modello Isee. Ma il nocciolo della protesta consiste nella bocciatura all’unica alternativa proposta dai genitori stessi: far pranzare il figlio a casa per poi riportarlo a scuola. «Ci hanno detto che non si può. – spiegano – In questo modo la maggior parte delle famiglie deve pagare circa 189 euro ogni due mesi». I problemi sollevati dalla mamme sono diversi. Ma come spesso accade, a far saltare i nervi sono le novità maldigerite e, in questo caso, malgestite, secondo loro. Per spiegare al meglio la protesta, che riguarda la scuola materna e quella elementare della città, andiamo con ordine. Tutto nasce con il nuovo metodo per pagare il servizio mensa, calcolato con il modello Isee. «A noi nessuno ci ha detto niente. – raccontano le mamme – Fino all’anno scorso le comunicazioni ci venivano date attraverso i nostri figli. Questa volta invece siamo venute a sapere della novità attraverso il passaparola. Non c’è stata comunicazione da parte del Comune. E quando l’abbiamo fatto presente ci hanno risposto che dovevamo essere noi a interessarci». Prima questione, a cui se ne sono accodate due automaticamente. La prima riguarda la compilazione del modello Isee e l’altra le tariffe. «Se non compiliamo l’Isee, veniamo inserite nella fascia più alta, in cui il costo di ogni pasto è di 5,70 euro. Ma perché dobbiamo far sapere i fatti nostri per far mangiare i bambini a scuola?». L’altro aspetto, quello delle tariffe, è più delicato. Il problema, per i genitori, negli scalini per il calcolo, affatto eque secondo le mamme. «Nella forbice compresa tra i 14mila euro e i 24mila circa, ovvero in quella in cui siamo compresi quasi tutti, il prezzo per ogni pasto passa dai 4,20 ai 4,50 euro. – continuano – E sono le più alte di tutto il territorio: Montieri ad esempio è a 3 euro, Follonica invece 3,90». Facendo due calcoli quindi, contando che il tempo pieno alle scuole elementari è previsto da il lunedì al venerdì, «siamo costrette a spendere circa 190 euro ogni due mesi». “Costrette” non è un’espressione scelta a caso. «Noi abbiamo proposto di poter andare a prendere i ragazzi per farli pranzare a casa. Ma non ci è permesso: l’ora mensa è compresa nelle 40 ore scolastiche previste per legge, ci hanno spiegato. Ma allora che trovino un’alternativa». Tutto questo sarà discusso nell’incontro previsto in aula magna giovedì pomeriggio, con i genitori dei ragazzi della materna e delle elementari da una parte e l’amministrazione insieme ai vertici scolastici dall’altra. Ma ci sono anche altri argomenti in ballo. Come i 25 euro di tassa d’iscrizione. «Ci hanno detto che si sono confrontate con altre scuole per istituirla: ma noi vogliamo sapere come vengono utilizzati questi soldi». C’è anche la questione della ricreazione alle elementari. «I bambini durante il quarto d’ora intervallo devono stare seduti al loro banco e lì mangiare la colazione. Non possono neanche sgranchirsi» spiega un mamma.