Lettera aperta ai consiglieri di maggioranza

 

 di Federico Montomoli

 Posso capire, pur non condividendo, che ci sia chi concepisce la politica come la contrapposizione a prescindere delle posizioni e che quindi non si intenda riconoscere all’avversario (che brutto termine) la ragione. Ma c’è un limite oltre il quale questa concezione è veramente incomprensibile, ed è il limite del buon senso di fronte ad argomentazioni che non hanno nulla di politico, ma pongono sul tavolo questioni oggettive, che non possono essere semplicemente ignorate, ma andrebbero confutate con altrettante valide documentazioni. Questo modo di fare è, purtroppo, una costante di questa amministrazione, ma nell’ultimo periodo la negazione e l’ostinazione di fronte ad alcuni argomenti lasciano esterrefatti.

Vorremmo provare allora a riproporre, il confronto fuori delle sedi istituzionali, che possono condizionare per i tempi e modi di svolgimento del dibattito, con l’auspicio che si trasformi in un pacato e ragionato dialogo, costantemente sottoposto al giudizio di tutta la città.

Con l’auspicio che i consiglieri di maggioranza, ma anche la giunta (magari fosse!!) vorranno confrontare i ragionamenti, le priorità le argomentazioni, che li portano a sostenere alcune scelte, che per il contesto, magari parziale a noi noto, ci appaiono fuori da ogni logica razionale. Un dialogo che dovrebbe essere argomentato, senza l’esigenza della risposta istantanea, con la possibilità di studiare, non tanto risposte politicamente furbastre, quanto i documenti, magari autonomamente.

Parliamo dell’ area individuata per la nuova zona industriale/artigianale:

Il Magrone.

Tralasciamo la collocazione geografica (oltre l’ex inceneritore di Valpiana); questo può fa parte delle scelte politiche in base alle proprie visioni, rispetto alle quali è il tempo che dimostra o nega la validità, e vediamo invece in sintesi le altre questioni che vi abbiamo esposto in consiglio e che ci paiono argomenti oggettivi.

-Prima questione : La sovrintendenza avverte che l’area potrebbe essere interessata da reperti archeologici trovandosi contigua a due aree nelle quali sono già stati fatti vari rinvenimenti, anche di pregio, e prossima ad aree di altri ritrovamenti interessanti. Noi vi diciamo, ma non è il caso di fare qualche saggio almeno nel primo nucleo che si prevede di avviare? Sulla base di cosa ritenete inesistente il rischio di vedere bloccati i lavori o di dover modificare il progetto anche in maniera sostanziale, come d’altronde già scrive la stessa sovrintendenza nel suo parere?

-Seconda questione: la geologia del suolo e la consistenza dei terreni. I testi ci dicono che si tratta di un travertino giovane e nella zona sono presenti cavità e probabili disomogeneità. Poiché a Massa non sarebbero una novità le anomalie del terreno rispetto alle previsioni (incaute?) con conseguenti significativi danni per le casse dell’ente, la Pizzarotti e il campo della Camilletta per esempio non Vi suggeriscono l’opportunità di una verifica geologica più approfondita? Almeno per sapere a quale tipo di opere si dovrebbe eventualmente ricorrere, per valutare se i costi sarebbero sostenibili.

-Terza questione: i rifiuti inviati nel tempo all’inceneritore tra cui quelli ospedalieri, e le ceneri prodotte. C’è qualche rischio che una parte si ritrovi nell’area? Per escluderlo dovremmo sapere con esattezza le quantità qui trasportate e quelle smaltite e dove. In assenza di dati precisi l’unico modo per avere certezza è un indagine sul posto per evitare di trovarsi con tutti i lavori bloccati. La parola di chicchessia non conta nulla, in un paese come L’Italia in cui nella migliore delle ipotesi si dichiarano tutti innocenti, al massimo distratti o così tonti da essere raggirati.

-Quarta questione: il problema economico, primo la congruità del valore dei terreni. Come si giustifica la stima di un terreno incolto che risulta valutato al doppio di un uliveto in produzione? L’accensione di un mutuo da Due milioni di Euro è insostenibile, stante la situazione finanziaria di Massa e le cause pendenti in corso (anche queste per la testardaggine (?) del passato) Area Molendi su tutte, e poi ci sarebbe l’esecuzione delle urbanizzazioni, da farsi sperando di avere un po’ di disponibilità finanziaria con la vendita del patrimonio immobiliare (per i due lotti di terreno a Le Coste ricordo si sono superati i dieci tentativi di asta ed ancora sono lì).

Rispetto a tutto questo la risposta in Consiglio è uno sguardo indifferente ed una pronta alzata di mano per approvare. Ma se avete degli elementi per dire che nessuno di questi problemi si verificherà spiegatelo alla città con documenti alla mano. Se, come credo, non avete niente per confutare i nostri timori, allora dovete spiegare perché avete voluto regalare l’ennesimo scempio e debito a questo paese, così come chi Vi ha preceduto su codeste sedie lo ha fatto con la Banca in Piazza Cavour, il parcheggio addossato alle mura dei Bastioni, l’idea dei parcheggi sotto il Duomo (ex Molendi), l’area Fedi, l’inquinantissima attività della Polytecne a Capanne, solo per limitarsi ai più eclatanti. Possibile che non Vi prenda il minimo dubbio? E’ forse più forte la voglia di essere allineati alla dirigenza, piuttosto che fermarsi a riflettere? Preferire far parte del gruppo, azzerando la propria coscienza, è la logica del branco, e purtroppo abbiamo visto, e vediamo anche ora, a quali livelli di efferatezze può spingere il branco!

 

Federico Montomoli

 

Massa Comune

16/8/12

 

Rendering Area Industriale “Il Magrone”

 

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