Talpe e somari
ovvero la tassa di soggiorno vista da Noi
di Gennaro Orizzonte
Non era necessaria una “divinazione del Mago Otelma” per immaginare che l’introduzione di un’ingiusta imposta in corso d’opera poteva creare gravi difficoltà agli operatori turistici, soprattutto quando l’imposizione prende corpo 2 giorni prima dell’effettiva applicazione (Del. C.C n° 34/2012 e G.C n° 146/2012 del 28/06/2012, con efficacia dal 1° luglio), senza l’adeguata informazione e concertazione, ma soprattutto senza che gli operatori siano a conoscenza delle concrete finalità di quest’ultima.
In un periodo di piena crisi economica, la variazione delle “condizioni ambientali” su un mercato globalizzato e competitivo quale il turismo, dove le etichette Italy, Tuscany o Maremma non danno le stesse garanzie di successo del passato, anche la variazione di un singolo euro può fare la differenza.
Forse il Sindaco non ha mai avuto l’opportunità di prenotare un albergo on-line, magari su motori di aggregazione quali booking.com o trivago.com, dove la rilevanza (ovvero l’ordinamento dei risultati e di conseguenza dell’opportunità di business) è legata al 90% alla mera offerta economica.
E’ normale che le strutture ricettive, non avendo potuto preventivare il nuovo tributo nel momento della definizione dei propri listini, non abbiano potuto rimodellare e modificare la propria offerta.
Senza contare che la necessità di mantenere politiche commerciali precedentemente concordate, porterà in molti casi l’imprenditore turistico (già “mazzolato” ben bene dall’IMU) ad accollarsi il dazio, di cui è divenuto, suo malgrado, esattore.
Un tributo, tra l’altro, con valore costante e lineare, non legato percentualmente al listino dell’operatore che magari per accaparrarsi qualche cliente ed emergere nell’oceano rosso della concorrenza, mette in pratica qualche promozione per ridurre il prezzo di listino.
Ma tutta quella fatica fatta per razionalizzare le spese e migliorare l’efficienza della struttura ricettiva (parole che sento molto spesso in C.C in riferimento all’apparato comunale, ma che non trovano riscontro nei numeri, visto che la spesa corrente passa da un assestato di 8.457.202,27€ a 8.705.283,00€, come verificabile dall’ALLEGATO A – SPESE 2012, pag 9, del Bilancio di Previsione 2012), e che dovrebbe portarla ad un vantaggio competitivo che le permette di portare a casa un numero di presenze sufficiente, viene vanificata grazie all’applicazione di una “fix-tax” che non tiene conto della tariffa applicata dal gestore.
Per non parlare poi del mancato coordinamento a livello territoriale che ha portato all’applicazione “a macchia di leopardo”, creando il disallineamento nel mercato, a vantaggio di altre zone limitrofe del territorio, nonché dei danni che subirà tutto l’indotto commerciale massetano, nel caso di riduzione delle presenze
Ma soprattutto, come si fa a non essere alterati quanto si verifica che nonostante la maggior disponibilità di risorse dovute all’introito della tassa di soggiorno (stimate in 50mila euro, pag 2, ALLEGATO A – ENTRATE 2012, che trovate qui) la spesa corrente per il supporto turismo passa dai 120.361,04€ dell’ultimo esercizio, ad uno stanziamento di 74.700,00€ (pag 6, ALLEGATO A – SPESE 2012).
So già che vi diranno che è un’entrata a destinazione vincolata e che le risorse serviranno a fare investimenti (es. all’aggiornamento della segnaletica del centro storico e della promozione di Massa Marittima sulle strade esterne al paese?? – pag 119 – ALLEGATO C – RELAZIONE PREVISIONALE PROGRAMMATICA 2012_2014), ma in realtà la spesa d’investimento è di circa 30.000€ (Spese in Conto Capitale, pag 13, ALLEGATO A – SPESE 2012). Il resto servirà (probabilmente) solo a finanziare l’AMATUR.
Abbiamo capito che lo sport preferito dalla nostra Amministrazione è la “ricerca di un capro espiatorio”, siano essi i brutti e cattivi dell’Ascom o di FederAlberghi, oppure quei disfattisti di Massa Comune e perché no, del Comune di Gavoranno, che ha avuto la forza e la lungimiranza di ascoltare le necessita delle proprie attività produttive.
Forse un giorno si capirà che un’ Ente non si governa con l’autorefenzialità, ma immedesimandosi e confrontandosi con chi vive nel comune e crea valore per il territorio.
Ha più coraggio chi chiede scusa ed ammettere i propri errori, di chi con “somara ritrosia” mantiene le proprie posizioni, cercando poi una “soluzione dell’ultimo minuto”, per salvare la faccia…
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Gennaro ti ammiro per le tue capacità e la tua preparazione e sono lieto di aver dato il mio voto a Massa Comune e la mia preferenza a te personalmente.
Meriteresti molto di più di un seggio di semplice consigliere di opposizione, tantopiù se ti rapporto alla scadente qualità dei tuoi colleghi di maggioranza.
Mi dispiace ancor di più che il destino ti abbia fatto finire in un posto come il nostro dove, e non da oggi, la maggioranza (ieri PCI – PSI, oggi PD) e la maggioranza parte dell’opposizione (PRI, oggi come ieri, e PDL) fanno finta di combattersi, ma in realtà sono riservatamente d’accordo.
Pensa che nel 1990, con il PCI in piena crisi d’identità, il PRI preferì fare l’accordo con PCI e PSI che con la DC. Avevano ben 26 consiglieri di maggioranza su 30, eppure fu la legislatura di peggior qualità politico amministrativa locale dal 1948 ad oggi. Il segretario provinciale del PRI che sancì quell’accordo, esteso all’intero ambito provinciale, divenne poi, alla fine degli anni novanta, responsabile provinciale di Forza Italia.
Ma avremo modo di tornare su questi trasversalismi. Molto avete già visto. Molto altro c’è ancora da vedere. Basta fermarsi al casello ed aspettare
Chiaro come un bicchier d’acqua, meglio non si poteva fare.
L’unico della maggioranza che ha apprezzato l’operato di Gennaro è stato l’ex vice sindaco Franco Donati…