IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-07-20

AMBIENTE
A fuoco Fenice Capanne Evacuate decine di case Pineta e boschi distrutti da un gigantesco incendio con fiamme alte 20 metri Una trentina di persone messe in salvo con i loro animali nella piazza del paese

EMERGENZA CALDO »ROGO A MASSA MARITTIMA

di Elisabetta Giorgi FENICE CAPANNE «Fatemi passare, fateci tornare a casa», invoca un anziano sul trattore mentre un carabiniere gli sbarra la strada; «ma di qui non si passa», gli risponde lui. L’intera zona è off limits, le fiamme sono altissime – anche 20 metri- e una gigantesca colonna di fumo si alza sopra le colline metallifere, visibile anche dai Canadair decollati dalla Sardegna. Un gigantesco incendio è scoppiato ieri mattina a Fenice Capanne nel comune di Massa Marittima, vicino al lago dell’Accesa e a pochissima distanza dal carcere. Una trentina di persone sono state evacuate insieme ai loro animali. Le fiamme non sono state domate neppure in serata. L’emergenza – nella storica zona mineraria – scatta in tarda mattinata di ieri e prosegue tutto il giorno. Quattro appartamenti dell’agriturismo La Locanda del Minatore sono stati raggiunti e distrutti dall’incendio. Decine di persone fatte uscire di casa e raccolte nella piazza centrale dell’agglomerato di case, insieme ai loro animali, cani e gatti. Ore di fuoco, per la Maremma. Un altro incendio è divampato a Roccastrada nelle stesse ore e i giorni precedenti è stata un’ecatombe. L’emergenza-fuoco ha investito tutta la Toscana, provincia di Grosseto inclusa dove squadre di vigili del fuoco, Corpo Forestale, Provincia e volontari hanno fronteggiato una colossale impennata di incendi boschivi: campi distrutti per colpa di fuochi appiccati alle sterpaglie, a mezzi agricoli surriscaldati o a fuochi dolosi tutti da chiarire. D’estate è spesso così, ma in queste ore Prefettura di Grosseto e Regione Toscana sono in allerta per via di un vorticoso aumento di casi, che proprio ieri ha toccato il culmine. A Fenice le segnalazioni dal minuscolo agglomerato di case sulle Colline metallifere iniziano a metà mattinata per poi diffondersi alla velocità della luce e mandare in subbuglio i comuni confinanti. L’incendio, partito forse da un trattore, brucia circa 20 ettari di bosco, distrugge la pineta; raggiunge le case, lambisce il carcere e la Polyteckne, azienda sequestrata perché stoccava rifiuti tossico nocivi e la cui area è sotto bonifica. Porta alla chiusura di tutte e tre le strade che portano a Capanne: quella del lago dell’Accesa, l’altra che proviene da Schiantapetto e la terza che si dirama dal cimitero di Massa Marittima. L’abitato, già alle prese con atavici problemi di linea telefonica, resta sempre più isolato. Decine di persone, a fine mattinata, solo a stento riescono ad avvisare soccorritori e familiari prima di essere raggiunte dalle forze dell’ordine. E c’è chi mugugna. Un anziano col trattore scalpita. «Voglio tornare a casa mia», borbotta, ma i carabinieri gli sbarrano la strada. «Di qui non si passa, è pericoloso», gli dicono: lui arretra controvoglia. Sarà sistemato in mezzo agli evacuati, nel piazzale. Da Fenice non si entra né si esce: le persone sono fatte uscire di casa e raccolte in massa nel centro del borgo: sono insieme ai loro animali, ai quali corre il primo pensiero. Molti abitanti di Fenice – anziani e stranieri – vivono nei poderi con cani, gatti e pure asini. Alla Venturuccia sta da sola un’ottantenne vedova, che viene raggiunta dalla nipote che da Massa Marittima corre a portarla via. Al podere Le Casette c’è una dottoressa straniera in pensione: salvata dalla Forestale. È in subbuglio il centro ippico di Juri Barontini (esponente del Pd di Massa), dove alle 11 è un corso di equitazione: decine di bambini e mamme vi restano bloccati. Invece Legambiente, nelle stesse ore, premia il Comune per la buona gestione del lago dell’Accesa e le buone pratiche di conservazione della natura. Gli consegna le 5 vele e la cerimonia va in porto senza che nessuno si accorga di niente… In serata un summit delle forze dell’ordine deciderà il da farsi. Viene chiesto un secondo Canadair; c’è da capire dove sistemare le famiglie e come proseguire il lavoro di quattro elicotteri e di una folta squadra di vigili. A metà strada tra la Sardegna e Olbia dove passa il Canadair, intanto, il fumo altissimo si vede dal mare.

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