tratto da   www.beppegrillo.it

Il comune di Alessandria è fallito. Cento milioni di euro di debiti accumulati dalla precedente amministrazione Pdl-Lega. Indagati per falso in bilancio, truffa e abuso d’ufficio l’ex sindaco, l’ex assessore al Bilancio e l’ex ragioniere capo. Una notizia passata quasi inosservata, un fatto ormai consueto, come a suo tempo il fallimento del comune di Parma. Chi paga per questi dissesti che si traducono nell’eliminazione di servizi sociali, asili, assistenza agli anziani? Qualcuno è finito mai in galera? Chi falsifica un bilancio comunale (provinciale o regionale) a fini elettorali o per proprio tornaconto economico è un delinquente della peggior specie. Ruba infatti alla comunità che lo ha eletto. E’ come avere un ladro in casa. La bonifica del territorio passa dai comuni. Il Movimento 5 Stelle ha centinaia di consiglieri che possono accedere ai bilanci comunali, verificarne la correttezza e denunciare gli eventuali falsi in bilancio alla magistratura e ai cittadini. Non bisogna avere paura dei mestieranti della politica. I consiglieri del M5S sono stati eletti come sentinelle dei cittadini, sono i cittadini. “Lo sai dai pirati cosa ti puoi aspettare! Ti potranno insultare, minacciare, in fondo è il loro mestiere! Ti faranno i versi, le boccacce, ti faranno le facce scure! E’ per questo che si allenano davanti allo specchio quasi tutte le sere! Ma lo fanno per cercare di vincere le loro stesse paure!”. Totale trasparenza sulle attività consiliari future e denuncia delle malversazioni delle precedenti amministrazioni. Chi non denuncia avendo conoscenza dei fatti, inoltre, diventa complice agli effetti di legge. Finora nei comuni c’è stato un patto tacito, cane non mangia cane, pdmenoelle non mangia pdelle. Ora il giochino è finito e la coperta è diventata improvvisamente troppo corta. I comuni salteranno come tappi di spumante quando le banche finora compiacenti bloccheranno i crediti e quando il M5S potrà entrare nel merito dei bilanci. Quanto manca? Molti sindaci e assessori croupier hanno investito in derivati le tasse comunali, avviato opere inutili per favorire le lobby del cemento, assunto centinaia di dipendenti pubblici in cambio di pacchetti di voti. Fuori dai coglioni questa gente. Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere.

 

Il comune di Alessandria è in dissesto. È il primo capoluogo di provincia a vederselo dichiarare dalla Corte dei conti, dopo la normativa del settembre scorso che le ha attribuito questa prerogativa. Un record di cui gli alessandrini avrebbero fatto volentieri a meno, viste le pesanti conseguenze sui portafogli.La pronuncia della Corte è arrivata ieri, dopo mesi di attesa e un’elezione che ha esautorato il principale responsabile di questo crac: l’ormai ex sindaco Pier Carlo Fabbio, all’epoca capo di una giunta Pdl-Lega, oggi capo del Pdl all’opposizione. Nei 37 giorni dal suo insediamento il neo-sindaco Rita Rossa (Pd) ha affrontato una grana dopo l’altra nel tentativo di tenere a bada i creditori sempre più inferociti e pagare gli stipendi. È andata anche a parlare ai magistrati contabili, assicurando una nuova linea del Comune, più attenta alle richieste di risanamento fatte dalla Corte. Ma sapeva che la frittata ormai era fatta.

 

 

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