IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-05-30
ECONOMIA
IL CASO Appello all’etica della banca I “truffati” scrivono a Unipol
MASSA MARITTIMA Dopo aver incontrato partiti politici e associazioni, le persone dell’alta Maremma coinvolte nella “vicenda Unipol” vanno direttamente al sodo, scrivendo una lunga lettera al responsabile etico del gruppo finanziario. Hanno scelto questa figura come interlocutore appellandosi alla Carta dei Valori e al Codice etico del gruppo Unipol, dalla quale «comprendiamo – scrivono – che anche noi siamo degli “Stakeholder”, in quanto abbiamo ancora rapporti con Unipol banca o Unipol assicurazioni come clienti e, comunque, apparteniamo a quella “comunità civile” che è orbitata e che orbita intorno agli interessi Unipol». La lettera si apre con l’introduzione e le ragioni della vicenda. I firmatari raccontano di come i loro risparmi siano spariti dopo la morte del promotore Unipol a cui li avevano affidati e di come oggi, ad anni di distanza, ancora non si sia risolta la situazione. Proprio per questo vengono poste alcune domande al responsabile etico, facendo riferimento ad alcuni paragrafi del documento sopra citato. Ad esempio, queste persone spiegano di aver cercato «un dialogo per capire come riavere le nostre sostanze, vedere eventualmente di trovare una dignitosa mediazione», senza però ricevere risposta. Tanto, «da essere costretti a ricorrere alle vie legali». A questo proposito, citano un passaggio della Carta, in cui Unipol scrive: «ci impegniamo ad essere interlocutori aperti e disponibili pronti a fornire risposte e soluzioni». Senza poi considerare i controlli, continuano i firmatari, fatti dalla banca sul suo promotore, pressoché assenti. In contrarietà, a loro dire, con quanto scrive Unipol nella carta: «ci impegna inoltre a cogliere i segnali deboli, anticipando i bisogni e intercettando le criticità al loro sorgere». E così via, tra la tutela «delle fasce deboli», riportata nella Carta, e il fatto che «la “vicenda” ha coinvolto, tra gli altri, anche pensionati e gente anziana», come si legge nella lettera. Una serie di punti che i firmatari hanno voluto mettere sotto la lente d’ingrandimento. Sottolineando però che «le azioni che abbiamo fatto, che facciamo e che faremo non vogliono essere una rivalsa verso l’Unipol, ma ristabilire un equilibrio economico che era nostro e che doveva, in ogni modo, essere tutelato evitando lo sconcerto e i disagi che lei avrà ora compreso».(a.f.)