LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-04-12
TURISMO
Massa Marittima «La tassa di soggiorno: una triste realtà Chiederemo di più in cambio di nulla»
di GIANFRANCO BENI
OGNI TASSA o imposta ha il proprio scopo, visto che la Costituzione impone che nei capitoli dei bilanci pubblici vengano specificate sia le entrate delle imposizioni locali, sia lo scopo di dette imposizioni. Considerato perciò che ad ogni tassa deve corrispondere un servizio reso, ecco allora che la tassa di soggiorno in procinto di essere applicata anche a Massa dovrà interessare tutte le aziende che danno servizi ai soggiornanti, siano turisti o altro. Su queste argomentazioni si esprime Oris Carrucoli da sempre attento, forte della sua lunga esperienza politico-amministrativa, alle problematiche che investono la vita cittadina.
Ritiene giusta la tassa?
«In linea di principio si, perché anche i soggiornanti hanno necessità di servizi, dalla crescita del volume dei rifiuti all’uso della rete idrica e fognaria. Per contro non si usa quantificare i servizi aggiuntivi erogati ai soggiornanti e riavere indietro il costo degli stessi».
Quindi a cosa mira la tassa?
«Nella tariffa gravano quasi sempre altri fattori, come la voglia di accrescere il volume delle entrate, la prospettiva di impiegare le risorse acquisite per piani strutturali e creazione di servizi, oppure per finanziare singoli progetti che portino beneficio all’economia cittadina, con particolare rilievo per quella turistica».
Tutto ciò cosa significa?
«Che le tasse devono servire minimamente per coprire la spesa corrente ed in massima parte per creare strutture e servizi permanenti di sostegno all’economia».
Questo sarebbe il principio costituzionale della tassazione. Ma davvero viene osservato?
«A Massa mi sembra che si giochi a rimpiattino: si sa che verrà instaurata una tassa di soggiorno, la sua entità si ritiene che debba essere progettata solo dalla giunta municipale, non si sa però quanto di preciso potrebbe dare di gettito annuale, ma soprattutto non si sa per quali scopi dovrebbe essere utilizzata. L’unico scopo fin’ora dichiarato dal sindaco è quello di sostenere l’ufficio turistico, cioè l’Amatur».
E quindi?
«Quindi si tratta di finanziare la spesa corrente dell’apparato e non certo di fare investimenti, né strutturali come per esempio rimettere in funzione il cinema-teatro Mazzini, né di servizi, come creare una rete Internet di “area vasta” che colleghi gli esercizi turistici e alberghieri con agenzie internazionali».
Cosa viene prospettato agli esercenti?
«Una triste realtà: non è tanto la nuova tassa ad essere triste, quanto il fatto che sicuramente, in mancanza di piani strutturali di medio-lungo termine, il nuovo gettito finirà per essere utilizzato per sostenere un quasi-servizio di informazione turistica, come l’Amatur, che negli anni ha dimostrato solo di sapersi indebitare. Triste fine questa poiché adesso occorrerà chiedere ai soggiornanti un aumento delle spese, ma in cambio non verrà dato loro un bel niente, tranne che la conversazione con qualche impiegato».