LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-02-28
Sanità
SANITÀ IL PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ DELLA SALUTE SUL FUTURO DELL’OSPEDALE «L’ospedale Sant’Andrea non rischia» E Fedeli apre alla Val di Cornia
di GIANFRANCO BENI
«L’OSPEDALE Sant’Andrea non è assolutamente in discussione. Anzi, sulla base del miglioramento strutturale in corso da un paio di anni con un impiego di risorse pari a oltre 13 milioni di euro, continuerà a esercitare un ruolo fondamentale nel quadro dell’offerta sanitaria provinciale». Luciano Fedeli, assessore alle politiche sociali del Comune di Massa Marittima nonché presidente della Società della salute delle Colline Metallifere, getta acqua sul fuoco a proposito dei timori scaturiti da certe prese di posizione avanzate dalle forze politiche di minoranza che indicherebbero per il Sant’Andrea un «percorso di chiusura» conseguente alla realizzazione di un nuovo grande ospedale a Riotorto. «La Regione — dice Fedeli — ha nuovamente assicurato che il Sant’Andrea non ha nulla da temere: gli investimenti rappresentano l’assoluta certezza per il futuro. Fondamentale è altresì il nostro impegno di allargare il nostro bacino di utenza assieme alla messa in rete di un’offerta di qualità, cercando di dare una sterzata a certe posizioni campanilistiche deleterie. E’ bene ricordare a tutti che il Sant’Andrea non è l’ospedale di Massa Marittima, ma dell’intera area dell’Alta Maremma per cui occorre sviluppare un ragionamento di sistema per dare un’offerta di qualità diversificata in base alle esigenze del territorio».
L’APPELLO di Fedeli non ammette contrasti con Piombino né tanto meno con Follonica, pur essendo entrambe fra i sostenitori più accesi per la creazione del nuovo ospedale della Val di Cornia a Riotorto, zona baricentrica per ambedue. «E’ significativo per noi — osserva Luciano Fedeli — pensare alla Val di Cornia come un’area simile a quella delle Colline Metallifere. Basta un richiamo al loro patrimonio ambientale naturalistico, storico, architettonico, a quella realtà produttiva che per tanto tempo è stato un bacino di ricchezza per tutta la Regione, con le miniere, la siderurgia e l’industria chimica. Proprio questo deve essere lo spunto per guardare alla Val di Cornia come un’area con cui iniziare ad avviare sinergie e ragionamenti comuni, sia in ambito sanitario che su altri settori: dalla promozione turistica al rilancio delle attività economiche e produttive. Continuare a fare ragionamenti di campanile non paga. Occorre allargare l’orizzonte e uscire da una logica ristretta non più di moda».