LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-01-22

ECONOMIA
«Tutti in ferie. E poi la cassa integrazione»

L’IMPIANTO di trattamento delle acque (Tas) della zona industriale del Casone non ha mai smesso di funzionare. Dopo l’ordinanza emanata dal presidente della Provincia, Leonardo Marras, il servizio è di nuovo garantito grazie ai turni dei dipendenti dell’inceneritore di Scarlino Energia, che (esaurite le scorte di Cdr) ha smesso di bruciare rifiuti per effetto della sentenza del Tar. Ad occuparsi del «Tas» sono in tutto ventotto persone, due addetti su tre turni: ognuno di loro lavorerà in media tra i cinque e sei giorni al mese. Bisognerà invece attendere qualche giorno per capire come saranno organizzati i servizi di manutenzione meccanica ed elettrica, il laboratorio (che serve anche altre aziende) e il magazzino dell’inceneritore. Per il momento gli operai, come stabilito nell’accordo con l’azienda, stanno smaltendo i giorni di ferie (forzate) a disposizione. Dopodiché sarà aperta per tutti la procedura di cassa integrazione a rotazione. «Per quanto riguarda l’impianto di trattamento delle acque — dice Michele Fidanzi, Rsu di Scarlino Energia — tutto sta funzionando esattamente come avvenuto in occasione dell’altro stop dell’impianto. Per il resto attendiamo notizie dell’azienda, che arriveranno senza dubbio già la prossima settimana: dobbiamo capire in che piega prenderà la cassa integrazione». Intanto proseguono le azioni di protesta, tra cui la pagina Facebook «Io non compro a Follonica» pensata per boicottare il Comune «colpevole» di aver presentato ricorso al Tar (assieme alle associazioni ambientaliste) contro le autorizzazioni concesse all’inceneritore dall’autorità provinciale e quindi anche dello stop delle attività dell’impianto.
«IL BOICOTTAGGIO, personalmente — continua Fidanzi — non mi sembra una strada percorribile. Ce ne sono altre: abbiamo incontrato il Pd di Massa Marittima chiedendo di far pressione sul Comune di Follonica e convincere il sindaco a ritirare la relazione del professor Paolo Rabitti (che rafforza il ricorso, accusando Arpat) pensata proprio per far chiudere l’inceneritore ma molto lontana dalla realtà. E non solo: vogliamo riuscire a far sedere attorno a un tavolo il presidente della Regione, Enrico Rossi, l’assessore Maria Rita Bramerini e i sindaci della nostra zona. Ancora non abbiamo fissato una data, ma l’obiettivo è questo. Intanto sono convinto che l’azienda farà di tutto per far valere le proprie ragioni».
Marianna Colella

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