Lista Civica Massa Comune - Il Movimento Civico per Massa Marittima e i Massetani

AREA MOLENDI - PER L'INADEMPIMENTO DELLA CONVENZIONE E PER AVER TENUTO UN COMPORTAMENTO CONTRARIO AGLI OBBLIGHI DI LEGGE, IL COMUNE STA PAGANDO 1.930.000 EURO - ALTRI 500.000 EURO (circa) SONO LE SPESE LEGALI E TECNICHE

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(Fratoianni-Orfini e BlackRock uniti nella lotta)

“Sulla proprietà privata Bergoglio non ha fatto che ripetere la dottrina sociale della Chiesa: non è un diritto assoluto”, si è affrettato a scrivere un più che ingenuo catto-tradizionalista. Ma chi dice cosa, qui è cruciale: un conto è se la dottrina sociale viene riconfermata da Giovanni Paolo II, un’altra se colui che – con tempismo eccezionale e letteralmente – allinea il Vaticano ai dettami del World Economic Forum: nel cui programma è contemplato il sequestro di tutte le proprietà immobiliari e mobiliari (dall’appartamento all’auto e fino al frigorifero) sostituiti da un sistema totalitario di affitti e noleggi. L’ingenuo difensore di “Francesco” non ha letto ciò che ha esplicitamente detto il World Economic Forum

Entro Il 2030 Non Possederemo Nulla E Ne Saremo Felici

Ed è cruciale ascoltare come “Francesco” ha espresso l’idea: “Nuova giustizia sociale partendo dal presupposto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto di proprietà privata – ricostruire meglio

“Ricostruire meglio”, build back better approfittando della “opportunità” offerta dalla pandemia e della sua gestione devastatrice dell’economia, è lo slogan di Biden – uno slogan che evoca direttamente il Grand Reset del Forum di Davos. Non a caso anche Beppe Grillo si è accodato mentre scrivo questo pezzo: “Patrimoniale!”. Bisogna solo notare che El Papa è arrivato prima del comico…

Non ci dev’essere dubbio sull’interesse dei miliardari del Grand Reset. Proprio in una tavola rotonda del World Economic Forum tenutasi il 17 novembre – dove la Von der Leyen si è dichiarata entusiasta del grand reset, della quarta rivoluzione i industriale di cui lei impone specificamente agli europei l’agenda “verde” – ha parlato anche l’ex vicepresidente degli USA John Kerry, che sarà nel team di Biden se costui va alla Casa Bianca come “plenipotenziario per il clima”. Ed ecco cosa ha detto: “Ho seguito l’iniziativa davvero notevole del Gret Reset …. Tutto questo richiederà un cambiamento di sistema ed è per questo che abbiamo il Green Deal europeo… stiamo [ri]pensando a come abitiamo, lavoriamo, mangiamo e viaggiamo. Quindi, signore e signori, il bisogno di corporazioni globali e questa accelerazione del cambiamento saranno entrambi i piloti del Grande Reset”.

La Von der Leyen ha risposto a Kerry giuliva: “Io credo che il banco di prova per questo approccio possa essere il vaccino. Abbiamo bisogno di resilienza per prepararci alla prossima pandemia o shock esterno che potrebbero arrivare in qualsiasi momento. Penso che sia il momento di resettare e per questo potete contare sull’Europa.”

Quando Kerry dice: “stiamo pensando a come abitiamo, lavoriamo, mangiamo e viaggiamo”, cosa credete che significhi? Grazie alla “opportunità” offerta dai lockdown, ci fanno “lavorare” per lo più da casa – cosa che loro chiamano “smart working” e gli fa risparmiare, a loro, lo spazio da uffici; sostanzialmente abbiamo cessato di “viaggiare”in aereo , treno o auto, essendo il turismo di massa ritenuto non sostenibile dunque stroncato per sempre, e gli incontri d’affari fattibili per teleconferenza. Quanto “ripensiamo come mangiamo”, ci sono precisi programmi per penalizzare il consumo di carne e gli allevamenti (“effetto-serra”!) e sostituirla con polvere di insetti, molto proteici. Non occorre immaginare, né elaborare una teoria del complotto: basta andare sul sito del Forum e si trova

Perché presto potremmo mangiare insetti”

:con tanto di tabella

Didascalia: “Gli insetti producono molto meno gas serra a libbra rispetto agli animali da reddito”.

E allora a cosa credete che alluda Kerry quando dice: “stiamo ripensando al modo in cui viviamo”, ossia abitiamo?

Anche qui non occorre immaginare nulla. Basta andare sul blog del World Economic Forum e si trova l’articolo dal titolo:

Il futuro del settore immobiliare: guida alla transizione del settore

Dove si spiega che il crollo del valore immobiliare di negozi di “vendita al dettaglio, settore alberghiero ed uffici” prodotto dalla gestione pandemia presenta “una opportunità unica per ricostruire meglio (build back better) e accelerare il cambiamento che era già in atto”. E come? Il Forum parla della necessità di rilanciare i “real estate portfolio”, ossia le collezioni di proprietà immobiliari per speculazione in mano ai gestori finanziari da far aumentare di valore – come anche “il ripensare l’uso di alcuni asset su base permanente”. Quest’ultima allusione riguarda le prime o seconde case di proprietà della piccola borghesia o della classe operaia: oltre il 70% degli italiani abita in case di cui è proprietario,e il 67% degli americani. E’ un immobilizzo  improduttivo di capitale che, nella teoria liberista totalitaria, nella visione dei miliardari, va assolutamente “liberato”, reso liquido – ossia disponibile alla speculazione e ai portfolios della finanza globale.

“La sinistra fa sempre il gioco del Grande Capitale. A volte persino senza saperlo”. A volte.

Come? Costringendo i proprietari a cedere l’abitazione, e mandandoli in affitto “condiviso”, cosa che loro chiamano co-housing: termine che in italiano significa coabitazione”.Coabitazione sovietica.

E’ esattamente per questo che Fratojanni & Orfini – in non sbalorditiva coincidenza di intenti e sincronia temporale col World Economic Forum e il massimo fondo speculativo BlackRock – hanno introdotto il tema della tassa patrimoniale.

La proposta di patrimoniale, in un primo momento ritirata, è stata reimmessa nella manovra fiscale. Non ho alcun dubbio che questo governo, con i grillini schiavi ideologici della “sinistra” più estrema, lo faranno diventare legge. L’appoggio di Beppe Grillo lo fa’ capire. I due, Fratoianni e Orfini, dicono che non hanno proposto nulla di feroce; colpirà “i grandi patrimoni di almeno 500 mila euro”.

[In realtà, la proposta prevede ” per chi ha base imponibile superiore a un miliardo l’aliquota del 3%. Si prevede anche che chi abbia “immobili, investimenti ovvero altre attività di natura finanziaria, suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia” abbia l’obbligo di dichiararli pena “una sanzione amministrativa pecuniaria che va dal 3 per cento al 15 per cento dell’importo non dichiarato”].

Ora, pensiamo a una famiglia di coltivatori che ha trasformato la casa colonica in un agriturismo: facilmente il suo patrimonio immobiliare supera – ai valori pre-covid – il milione o due di euro, grazie alle migliorie fatte per l’ospitalità moderna (stanze con bagno, piscina eccetera). Migliorie per completare le quali la famiglia si è indebitata, confidando di poter ripagare il debito con l’arrivo di turisti nella stagione.

Turisti che non arriveranno più. Non ci si facciano illusioni su questo.

Ora, su questa famiglia si abbatte la patrimoniale Fratoianni-Orfini: ed essa non ha la liquidità per pagarla. Non ne ha nemmeno per mangiare, ma per Fratoianni è “un grande patrimonio”, quindi nessuna pietà, l’odio di classe si esercita qui senza scrupoli né clemenza. Che fare? Ecco la soluzione: si fa avanti un fondo d’investimenti globale che (senza possedere un solo mattone!) gestisce “portfolios immobiliari” – ed offre di rilevare la proprietà agriturismo, campi agricoli prosperi, piscina e tutto. Per metà del valore? Per un quarto?

Smettete di sognare. Il fondo offrirà alla famiglia di mantenere e coltivare i campi dell’agriturismo – in modo green e resiliente e sostenibile – dietro un salario. Al fondo infatti non conviene sbattere fuori la famiglia; essa è necessaria per mantenere il valore produttivo della proprietà, qualcuno deve curare la vigna, arare i campi, foraggiare il bestiame, allevare insetti proteici….

E siccome i turisti non arriveranno mai più, la famiglia sarà persino contenta. Da proprietaria,è diventata salariata, il suo capitale-mattone è stato smobilizzato e disponibile,a desso, alla finanza. E’ la “: “Nuova giustizia sociale” di cui ha parlato Francesco: “partendo dal presupposto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto di proprietà privata – ricostruire meglio”.

Fratoianni e Blackrock [il più grande fondo della storia, che gestisce 8 mila miliardi di capitali privati] uniti nella lotta alla piccola borhesia. Del resto, il dottor Schwabe del Forum l’aveva detto: per salvarsi nella Quarta Rivoluzione, il capitalismo ha bisogno di una dose di marxismo. Lo ha scritto nero su bianco nella sua agenda. Così, i “grandi patrimoni” da 2 milioni di euro vengono espropriati a beneficio della finanza che gestisce 8 mila miliardi.

“La sinistra fa sempre il gioco del grande capitale, a volte perfino senza saperlo”, disse Oswald Spengler.

Come arriveranno all’esproprio proletario

Ma chi abita nel suo appartamento, prima casa, il cui valore è sotto i 500 mila euro, è al sicuro dall’esproprio, nevvero?

Certo, certo, come no. In questi giorni, il governo piddin-stelluto ha approvato una legge sull’immigrazione che smantella completamente i freni e gli ostacoli alla clandestinità che aveva posto Salvini.

Io he ho seguito il dibattito a Radio Radicale sono agghiacciato:

Basti dire che

“…Viene ampliata la tipologia di permessi di soggiorno convertibili in permessi di soggiorno per motivi di lavoro, ovvero, possono essere convertiti anche i permessi di soggiorno per: protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi, assistenza ai minori. E’ ripristinata la protezione umanitaria abolita da Salvini, sicché qualunque clandestino dirà di essere sodomita ed essendo la sodomia vietata nel suo paese, ottenere vitto ed alloggio permanente, perché la massima parte dei “migranti” in età militare che bivaccano qui non lavorano (e non c’è lavoro in Italia) e vivono dell’accoglienza., il business riccamente finanziato dalle imposte-.

Ah, dimenticavo:

“… Vengono abolite le multe alle navi delle ONG-scafiste che violano le acque territoriali. Una riforma che, insomma, chiama da noi altre centinaia di migliaia di clandestini, intoccabili dalle forze dell’ordine e mantenuti dal denaro pubblico.

Dato che non c ‘è lavoro in Italia per nessuno, e nemmeno scuola e sanità pubblica, come sanno benissimo i piddini di governo, e i loro schiavi ideologici grillini, è fin troppo chiaro che questa riforma non mira nemmeno per finta alla “integrazione”; vuole ottenere la “sostituzione”, al gran rimpiazzo degli italiani con africani e nati nell’Islam.

La ferrea, bolscevica, muta quadrata obbedienza con cui la maggioranza, mozione dopo mozione, vota per spalancare tutto ai migranti, e boccia le proposte minimamente alleviative dell’opposizione, dice che hanno ricevuto l’ordine, da Bruxelles probabilmente: l’Italia deve diventare la gabbia dei migranti, che non devono uscirne.

E quando gli immigrati saranno centinaia di migliaia, la dittatura piddina scoprirà che bisogna alloggiarli. Dove?

Prendete il caso di un pensionato o pensionata vedova che abita nel suo appartamento – che ha comprato nei decenni i cui lavorava, col mutuo – in un paese dell’hinterland milanese. Facilmente il suo immobile valeva (prima del covid e della sua gestione intesa a ridurre in miseria), fra i 250-300 mila euro. Il che lo mette fra i”grandi patrimoni” oltre i 500 mila se ha depositi bancari o – Dio non voglia! – una seconda casa, un monolocale a Pietra Ligure.

Ma anche senza quella, il pensionato si trova nell’occhio ostile della dittatura piddina. Il pensionato usa di preferenza il contante, ciò che lo rende sospetto: ha soldi sotto il materasso, che sottrae al fisco.

Del resto, le pensioni saranno presto decurtate perché “insostenibili” nella crisi enorme di disoccupazione che hanno creato; non me lo immagino, l lo ha detto il capo di Bankitalia . L’assistenza sanitaria non è più gratuita (e voi non ve ne siete accorti perché la tv non ne parla), il serizio sanitario nazionale universale è stato abolito con la scusa del Covid; un infarto, un tumore, e dovete pagare centinaia, migliaia di euro lo stent o le terapie – se potete.

E se non potete? Ma avete l’appartamento, ricconi, profittatori che nascondete i contanti! Ma è invendibile, adesso…e chi parla di venderlo? C’è un modo per metterlo a profitto. Tu, vecchio pensionato single, tu vedova , abiti in tre locali? In due ti ci mettiamo gli immigrati che abbiamo accolto. Potrai condividere con loro la cucina, il bagno, il frigorifero e glialtri elettrodomestici, il letto…

Si chiama proprietà condivisa, sharing economy; le tv dicono che è di gran moda e segno di senza si responsabilità verso gli altri (come portare la mascherina). Allo stesso modo condividerai l’auto elettrica che ti abbiamo obbligato a comprare, carissima ma “verde”, pulita: praticamente tu la lasci tutto il giorno parcheggiata; dà la chiave ai migranti, che devono uscire per spacciare, ecco un impiego resiliente, sostenibile, responsabile.

Condiviso.

Nella neolingua del Grand Reset la riforma immobiliare si chiama, dicevamo, ”co-housing”, e i media ne parleranno come di una meravigliosa esperienza di amicizia ed umanità, Report e il tg3 faranno servizi commoventi sul nonnetto italiano che prima era solo e senza contatti umani, ed adesso è circondato dall’affetto dei cinque bambini della famiglia marocchina con cui ha accettato (nessun obbligo! Come per il vaccino) di condividere (share) il trilocale.

A lui, il nonnetto basta la più piccola delle sue (ex)tre stanze. Non ha nulla e non è mai stato tanto felice, come dice la pubblicità del Forum di Davos e il comunicato della Von der Leyen.

Come dicevo, lo chiameranno co-housing. Nella lingua vecchia, si chiamava “coabitazione” forzata, in grande uso e nei regimi dl socialismo reale cui Fratoianni e Orfini sono eredi ideologici, e il Forum di Davos vuole adottare per noi . I sovietici, in realtà, se ne lamentavano. Non sapevano di essere fortunati. Loro, almeno, condividevano cesso e cucina con connazionali di simili costumi e lingua, non con nigeriani, afghani e maghrebini.

Credete che non succederà? Che la gente si ribellerà? Io – sulla base dell’esperienza data dalla pandemia e lockdown – sono sicuro che i due terzi del popolo italiano approveranno, anzi esigeranno, questa misura di violazione ulteriore del diritto, come hanno approvato tutte le abolizioni delle altre libertà , politiche, personali, persino l’inviolabilità del corpo facendosi (non c’è obbligo! Basta avere il pass di avvenuta vaccinazione sennò non puoi entrare al supermercato, ristorante, salire su un treno… ) vaccinare con una sostanza sconosciuta e non testata. Anzi faranno la spia: nel mio condominio c’è un vecchietto che vive da solo in tre locali! Citeranno anche El Papa: questa è “Nuova giustizia sociale partendo dal presupposto che la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto di proprietà privata”.

 

 

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di Maurizio Blondet

“Homo Sovieticus”  fu l’essere creato dal comunismo “reale”, dall’asfissiante e monocorde  indottrinamento emanante da tutti i media e dalla repressione onnipresente con la paura di vedersi appioppare  una “decina”, condanna a dieci anni al Gulag . Era l’operaio che rubacchiava il materiale della fabbrica, sapeva bene che l’abbondanza esaltata  dalla propaganda non esisteva (faceva le code) ma “seguiva l’autorità dello Stato nella sua valutazione della realtà, adottava un atteggiamento di sfiducia e ansia nei confronti di qualsiasi cosa estranea e sconosciuta”,  “incapace di pensare in modo critico; si aspetta – e pretende – che tutto gli venga fornito dallo Stato”, dava prova di “obbedienza o accettazione passiva di tutto ciò che il governo impone”,  pur senza crederci del tutto “, bugiardo onesto, schizofrenico ideologico,  sempre pronto a mutilazioni mentali costanti e volontarie”  – il  famoso bis-pensiero descritto da Orwell.

Vedete come ha fatto presto a nascere l’Homo Covidicus, il gemello sintetico del Sovieticus.    Quella schiacciante maggioranza che indossa la mascherina  non perché davvero la creda efficace contro il virus, ma come atto di lealtà e obbedienza verso il governo (molti   portano la mascherina in odio a Salvini…).   La maggioranza schiacciante che si fa polizia per  l’ordine costituito più arbitrario e costrittivo, le donne che urlano sui tram  e bus ad  un colpevole: “Metta quella fottuta mascherina! Sul naso!” ; quella maggioranza che esercita  i quindici minuti dell’odio contro i “no-vax”, i “negazionisti”, i “complottisti-terrapiattisti” senza nemmeno bisogno di essere convocata dal regime…Quelli che  assistono alla distruzione economica e psicologica   di loro stessi (via disoccupazione e miseria di massa) e della loro comunità  economica –  distruzione deliberata e   mondiale  –   inveendo contro i “sovranisti” e negazionisti e rallegrandosi che “restiamo  nell’euro” e abbiamo “i diritti LGBT”.

Nel regime staliniano, “lo stato assegnava uno status sociale,  per cui  gli individui adottavano volti, o maschere, che permettevano loro di rientrare nelle categorie sociali prescritte dal regime;   molte “ persone lavorarono su di loro per diventare perfetti cittadini sovietici”, rivela l’immane opera di indagine sugli diari privati e gli archivi familiari dei cittadini dell’URSS, intrapreso dagli Annales francesi” “ Questi lavori hanno rivelato come gli individui interiorizzassero le norme e i valori del discorso ufficiale”.

Ricordiamo che  l’homo  sovieticus veniva in due versioni: quella dei dominati, che abbiamo sommariamente descritto,  e quella dei dominanti. Così anche l’Homo Covidicus.

Che cos’era quella che spudoratamente a Mosca si auto-definiva “dittatura del proletariato”, infatti? Era  – come la nostra  oggi   – una dittatura di “Ricchi di Stato”.   Degli statali che s’erano impadroniti dello  Stato e lo divoravano, mentre facevano strage dei cittadini nel GuLag, nell’Holodmor; che dallo Stato “prendevano”, senza “dare”  (se non  carestie, e  proiettili alla nuca, quelli in abbondanza  ilimitata, come i tamponi).

Erano quelli che –  mentre il  sovietico comune  faceva le code quando arrivavano i calzini di filanca, lo zucchero, il latte –   avevano accesso ai negozi  riservati dove  abbondavano  caviale , storione, whisky scozzese, sigarette Lucky Strike e  dischi pop occidentali il cui solo possesso in mano ad  un dominato, scoperto dal Kgb, l’avrebbe  proiettato nel GuLag per dieci anni.

Si chiamava Nomenklatura, nome che rivela  il loro carattere buro-statale. Del tutto separati, anche mentalmente, dal popolo e dalle sofferenze che gli provocarono – con la loro amministrazione ideologica fecero collassare l’economia zarista, una delle più prospere della storia,  in regime di code ossia di massima inefficienza (un economista gorbacioviano calcolò che nelle file si perdevano 65 miliardi di ore-uomo l’anno,  era come se 35 milioni di russi “lavorassero” a  fare la coda, contro 31 milioni impiegati nelle industrie). E  in 70  anni di potere assoluto, questa Nomenklatura mai si pose nemmeno il problema di alleviare queste mostruosità umane, sociali ed economiche, di riorganizzare la distribuzione: gli andava bene così. Esenti da ogni compassione, ma anche da ogni razionalità.

Salsicce sovietiche.

Oggi la Nomenklatura di Gualtieri e Conte, sostenuta  dai 5S e da tutti i ricchi di Stato (dalla Rai ai ministeri,  dirigenze inadempienti,  strapagati parassiti pubblici) , sta facendo collassare l’economia del  -10% (o più), provoca  milioni di disoccupati, con la stessa spietata indifferenza: totalmente separata dal popolo, ignorante del funzionamento di una società complessa  e dei danni permanenti che gli infligge con i suoi arbitri, favoleggia di acciaierie  pulite che andranno ad idrogeno, e di economia verde e sostenibile che realizzerà con i 209  miliardi dell’Europa, che non arriveranno  mai.

Sotto la Nomeklatura c’erano gli apparatchik; capi-fabbriche, scrittori ed attori, giornalisti del regime –   che, anche se non acceso ai negozi del caviale, avevano la precedenza nell’assegnazione di auto (che i dominati dovevano aspettare anni), nell’assegnazione di appartamenti spaziosi  e delle desideratissime  vacanze a Soci.

La massa sovietica dominata non aveva casa ma una stanza in coabitazione, la cucina in comune con l’altra  famiglia coabitante e pronta alla delazione per guadagnare credito verso il  Partito e allargarsi quando l’una  veniva arrestata. L’Homo Sovieticus Inferior  si metteva docilmente in fila per  la frutta fresca,  l’arrivo delle salsicce e persino  (nel 1929-34) del pane,  come dopo per  l’assegnazione di un’auto  che sarebbe arrivata 3 anni in ritardo,  sapendo che gli apparatchik  gli passavano davanti, e campava per tutta  la vita del grigio triste pane sovietico, delle grigie inenarrabili salsicce, borsh e cetrioli in salamoia; e il solo colore della loro vita era il quartino di vodka, super tassato, che comprava con uno sconosciuto, con cui lo condivideva aspettando il tram nel gelo: scena che ho visto personalmente a Kiev.

Un negozio sovietico .  “Ho scoperto la parola “yoghurt”  quando sono arrivato in Cecoslovacchia all’età di 10 anni. Cercando la voce sul dizionario, ho capito che volevo assaggiarlo,  ma non capivo a  cosa potesse somigliare”.

Le  masse dell’Homo Covidicus Inferior sono quelle che si mettono volontariamente in coda per farsi “fare il tampone”,  lo lasciano fare i loro figli piccoli (anche se provoca lesioni)  e  si affolleranno  docilmente a farsi inoculare  il vaccino  –  qualunque vaccino,  senza chiedersi cosa ci hanno messo dentro.

L’homo covidicus superior, apparatchik , comincia a fare la sua comparsa: nelle  maestre kapò che  ordinano il tampone allo scolaretto perché “ha starnutito”, che  vietano il prestito di una penna a chi ha dimenticato  l’astuccio, il preside che chiama la Digos perché una maesra non porta la mascherina.  I medici e pediatri he infliggono  l’invasivo e pericoloso tampone (il solo genere di cui c’è abbondanza illimitata) con sempre maggiore sadico compiacimento, andando a caccia dei “positivi” come il KGB andava a caccia dei”deviazionisti”,  nemici di classe  che si celavano tra chi raccontava barzellette antisovietiche nella cucina in comune dell’appartamento.

Come nella vecchia URSS, anche qui di sono le “voci dal sottosuolo”:

“Stanno mettendo le madri nella condizione di non chiamare i pediatri per paura che avvenga attivata la procedura Covid.”, dice una su twitter .  “La nostra pediatra, col malcelato godimento di chi si schiera coi forti: eh sì, alla fine toccherà a tutti, la macchina funziona”,   risponde  un dissidente che cercava di sottrarre il suo bambino al  tampone.

Cosa significhi rinviare 18 milioni di prestazioni sanitarie solo Dio lo sa”.

Tutti soffocano dentro le mascherine senza chiedersi perché  né per quanto tempo. Anzi: tutti pronti ad accettare  – e volentieri  – lo stato d’emergenza prolungato fino al 31 gennaio, anzi ad aprile,  pronti a indossare le mascherine all’aperto, e a qualunque nuova restrizione sadicamente inutile e arbitraria  venga comandata:

I divieti in corso.

non si  canta  o suona in strada,  non si deve essere in più di sei,  vietata la pizza Margherita, i bambini “positivi” espulsi dalla scuola,  sempre nuove multe da 400  a 1000 euro per la violazione di “norme deliberatamente imprecise e cangianti”.

Così dice Karine Bechet-Golovko, giornalista e intellettuale franco-russa, che dunque ha  nella memoria i tempi sovietici . “Per non  morire, si deve cessare di vivere, in fondo è logico. E tutti i governi obbediscono all’OMS,  e le raccomandazioni di questa  hanno distrutto d’un soffio la gerarchia delle norme, messo fine a secoli di  civiltà politico-giuridica”.

L’istruzione scolastica non più impartita:

Voci dal sottosuolo:  “Immaginate una classe che non esiste più fisicamente, con studenti a letto mentre sgranocchiano schifezze e sentono musica davanti a un poveraccio che parla dal teleschermo. I genitori al lavoro. È scuola? E questo per una influenza inferiore alla Asiatica..”

le  università amputate dall’obbligo di “lezioni”  magisteriali  da tenere con youtube e zoom,  che le priva del loro essenziale valore, essere luoghi di riflessione e di cultura, quindi anche di presa di  distanza critica; e  “questo mondo in gestazione non  può consentire il pensiero e la critica”.

E’ un mondo di morte quello che viene instaurato. Morte della cultura  sociale,  delle tradizioni umane di trasmissione. Morte dei rapporti d’affetto, delle carezze, dei baci. Morte dell’economia reale, che suppone  lavoro concreto. Morte dell’uomo, che ha bisogno di tutte queste  cose  per svilupparsi”.

Come  il socialismo reale (realmente dittatura dei ricchi di stato)  proclamava  far sorgere dall’abolizione della proprietà l’Uomo Nuovo, e ottenne l’Homo Sovieticus, così ci troviamo  attorno le masse  dell’Homo Covidicus  – che nella sua forma  compiuta, non ha più “nessun contatto umano, nessun piacere, si chiude in casa dopo essersi chiuso in una maschera”, per fantomatiche  ragioni di salute, per non prendere il virus? “Ti viene da chiederti: queste persone hanno più paura della morte, o della vita?”.

E’ appunto questa la questione: una umanità senza Dio ha paura della morte ed anche allo stesso tempo della vita. Si restringe dentro, non ha ragioni di  lottare per qualcosa che superi la sussistenza.  E’ la fine di chi  “vive di solo pane”: che gli mancherà anche il pane. Questi cooperano ad  un ritorno del mondo  dove, quando si vedeva una fila, ci si metteva,   chiedendo speranzoso “Cosa danno?”,  il mondo della penuria e del non-lavoro..

Senza memoria. Quella che aveva ancora Afanassievna Kharkova, nata nel 1922, figlia di  una donna che era stata figlia di un pope e quindi – avendo avuto un’ottima educazione nella Russia zarista –   aveva trovato occupazione come insegnante nelle superiori della scuole sovietiche. Lei. la ragazzina, ha scritto un diario. “A  scuola ci veniva detto quanto fossero cattive la religione, la Chiesa e tutte le feste religiose per il popolo e quanto fossero cattivi i preti, papi come li chiamavano. Ero stupefatta. Com’era possibile? Il nonno era così buono! E tutte le feste religiose erano così belle! Ma non ho osato contraddire la maestra. Nel 1930 vietarono di fare l’albero di Natale. Per la prima volta nella mia vita, non avevamo un albero di Natale. Come mi dispiaceva,  ricordando gli alberi di Ermolino! L’insegnante ha spiegato che la foresta sarebbe morta a forza di abbattere abeti. Forse era vero?  Ci ho pensato a lungo senza riuscire a capire con il mio cervello bambina. Dov’era la verità? Sapevo che per secoli in tutta la Russia le persone facevano l’albero   per Natale e Capodanno.  Stavano davvero distruggendo la foresta? Tutti  questi  pensieri non mi lasciavano in pace. La chiesa di Paveltsev è stata chiusa. Poco dopo abbiamo saputo che anche Ermolino era stata chiusa, che il nonno e la nonna erano stati dekulakizzati, che la loro casa con tutti i loro averi, la mucca e il cavallo era stata sequestrata! Perché tutto questo? Dove e come avrebbero vissuto adesso? Ero molto triste e non riuscivo a capire dove fosse la loro colpa..”.

 

 

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- MANIFESTO LISTA QUADRATO 1600

 

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STRESS (vers.6)

 

I proventi della vendita del libro saranno INTERAMENTE devoluti per sostenere il “Progetto SOS Taliara” che si prefigge l’obbiettivo di realizzare una struttura sanitaria in Madagascar.



Tondo OK
 
Quando Michelangelo aveva ventotto anni, Angelo Doni (un ricco tessitore fiorentino) decise di commissionargli un’opera. Michelangelo era giovane ma anche già molto conosciuto e stimato. Per il Doni sarebbe stato un vanto possedere una sua opera. Sarebbe stato un modo per dimostrare il proprio livello culturale e la propria capacità economica!!!
Decise di far realizzare a Michelangelo un tondo ove rappresentare la Sacra Famiglia.
I due pattuirono un compenso: il Doni, alla consegna del dipinto, avrebbe pagato a Michelangelo 70 ducati.
Al momento del saldo, però, il committente dell’opera pronunciò una frase che, col senno di poi, avrebbe fatto meglio a risparmiarsi.
Disse a Michelangelo: “Sarà pure bello questo dipinto, ma 70 ducati sono un’esagerazione. Facciamo 40 e non se ne parli più”.
Michelangelo, è noto, era molto attento al denaro ed era anche piuttosto incazzino.
Replicò al volo: “Se le cose stanno così, io rilancio e raddoppio. Non voglio più 70 ducati. Ora ne voglio 140, altrimenti il tondo se ne torna in bottega mia”.
Al tirchio tessitore rimanevano due scelte: rifiutare la controproposta di Michelangelo con la conseguenza di fare una figura barbina di fronte a tutti (che, di sicuro, Michelangelo non gli avrebbe risparmiato) oppure accettare di pagare il prezzo raddoppiato, ammettendo il proprio errore di valutazione.
Tra le due, la seconda soluzione gli sembrò la più adeguata e, facendo buon viso a cattivo gioco, sborsò, sull’unghia, uno sull’altro, i 140 ducati che Michelangelo gli aveva chiesto.
Ma, tutto sommato, al Doni non andò poi così male: si portò a casa uno dei massimi capolavori del tempo e di ogni tempo.

 

LOCANDINA SAN GALGANO

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IO NON CREDO PIU’

NELL’ITALIA

Qual mai Repubblica

legittima rese

la pensione di un singolo individuo

per 91.000 euro al mese

quando i più

o fan mangiare i figli

o pagano le spese ?

 

Questa mattina ha avuto luogo un Consiglio Comunale in via telematica richiesto dalle forze di opposizione.

La storia inizia circa un mese fà con una lettera inviata al Sindaco dalle forze di opposizione prima degli ultimi decreti del governo, in cui si chiedevano rinvio di IMU, annullamento di TARI per il 2020, annullamento di Cosap per il 2020 e annullamento della tassa di soggiorno sempre per il 2020 ed agevolazioni per residenti e commercianti nel pagamento dei parcheggi.

Il Sindaco, secondo uno stile consolidato non ha nemmeno preso in considerazione la richiesta e le forze di opposizione hanno richiesto un Consiglio straordinario in merito.

Nel decorrere dei tempi per avere il Consiglio sono intervenuti in soccorso del Sindaco decreti del Presidente del Consiglio secondo i quali molti dei suddetti tributi sono finiti a carico dello stato confemando l’opportunità delle misure che avevamo richiesto.

Nonostante questo e nonostante un forte richiamo al Sindaco affinchè prendesse misure a sostegno dei propri cittadini, con ordini di scuderia ben precisi i consiglieri di maggioranza hanno respinto ogni bozza di delibera che le forze di minoranza compatte avevano avanzato.

E’ stato un atto vergognoso ed irrispettoso delle situazioni di criticità in cui versano famiglie e attività del comune.

Sono poi state poste in votazioni altri temi non avversati dalla minoranza fino ad arrivare all’ultimo punto secondo il quale il Comune dovrebbe farsi carico totalmente di una fidejussione per un finanziamento a favore del consorzio delle strade di cui possiede il 50% delle quote.

La minoranza compatta ha votato contro e la delibera non è passata per l’assenza del consigliere Giovannetti in posizione di incompatibilità. Si è scatenata l’ira del Sindaco che ha minacciato i consiglieri di minoranza perdendo letteralmente le staffe.

E’ un atteggiamento tipico del nostro primo cittadino, abituato a fare quello che vuole e pronto a saltare su tutte le furie quando non ci riesce.

Un consiglio comunale  durato oltre cinque ore che a messo a nudo tutti i punti deboli di questa Amministrazione in un momento così delicato per Massa Marittima.

C’è necessità di provvedimenti veloci e concreti ed invece si va avanti con  i “faremo, pensiamo, progettiamo etc etc” ed intanto la nave affonda.

Giovanni-Falcone

 

Ventotto anni fa, con la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta (Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani), fu ucciso Giovanni Falcone.

La strage di quel sabato 23 Maggio 1992, a Capaci, fu ordita da Cosa Nostra.

Al tempo, piccolo e fragile architetto, vestivo la divisa del Carabiniere ausiliario, svolgendo il servizio militare nella minuscola Stazione di Bagno a Ripoli, periferia est di Firenze. Avevo con me la pistola d’ordinanza. Avrei voluto gettare via quella pistola. Avrei voluto buttarla nell’Arno.

Ricordo che, alla notizia della Sua uccisione (passata per radio dalla Centrale Operativa della Compagnia “Firenze Oltrarno” a tutte le proprie vetture), mentre stavo guidando la Fiat Uno di servizio, tutto si fermò e non bastò mezz’ora perché smettessero di tremarmi le gambe.

Voglio umilmente ricordare il Giudice Falcone rammentando la paura e lo sgomento che mi colsero, improvvisamente, in quel triste giorno.

 

Avete pagato l’IMU (Imposta Municipale Unica) e la TARI (TAssa sui RIfiuti)?

Se non lo avete fatto (quest’anno o in precedenza), sappiate che i Comuni hanno tempo 5 anni per chiedervi quanto dovete.

Se non lo fanno entro questi 5 anni (dalla scadenza di ciascun pagamento), il vostro debito va prescritto e l’avete fatta franca.

Con la fine di quest’anno, ad esempio, andranno in prescrizione le somme che dovevano essere pagate nel 2014.

Quindi se nel 2014 un contribuente non ha pagato l’IMU o la TARI e non gli è stato richiesto di provvedere entro quest’anno l’Ente non potrà più pretendere nulla.

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SAPETE COSA SUCCEDE IN UN COMUNE TOSCANO?

Non ci crederete: alcuni amministratori (ed anche qualche membro del partito che governa) non pagano le imposte locali MA L’ENTE SI “DIMENTICA” DI CHIEDERE LORO DI PROVVEDERE ENTRO I 5 ANNI… 

E così, mentre i contribuenti onesti pagano, loro se la ridono…

SONO PROPRIO FURBI IN QUEL COMUNE TOSCANO… VERO?


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