La Camera boccia l’emendamento che rimodula le pensioni e i vitalizi degli ex Parlamentari. I privilegi della Casta rimangono intatti
Nell’assoluto silenzio dei giornali la Camera dei deputati blocca l’emendamento alla riforma costituzionale che prevede la rideterminazione, con effetto retroattivo, in base a parametri più equi delle pensioni degli ex parlamentari, vitalizi inclusi.
La proposta di modifica, presentata dal deputato di Scelta Civica Andrea Mazziotti, è stata respinta lo scorso venerdì con 366 voti contrari.
In altre parole, i privilegi della Casta non si toccano e le pensioni rimangono intantte.
L’emendamento sulle pensioni
A favore dell’emendamento si sono espressi Scelta Civica, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. 98 voti in tutto, una cifra ovviamente insufficiente per far passare il testo. Contrario il PD di Renzi, contraria la Lega di Salvini, contraria Forzi Italia. Le pensioni e i vitalizi dei parlamentari sono un bene intoccabile:
“In questo momento di riforma del sistema, l’approvazione di questo emendamento sarebbe stato un segnale importante. Purtroppo ha prevalso la scarsa voglia dei singoli partiti di affrontare lo schieramento trasversale dei vitalizi e dei privilegi che ha rappresentanti un po’ ovunque”
ha spiegato Andrea Mazziotti a ilfattoquotidiano.it.
Duro il commento del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S)
“Il più grande conflitto di interessi dei parlamentari si manifesta, come in questo caso, quando devono decidere dei loro stipendi o delle loro pensioni.Del resto, abbiamo un presidente della commissione Cultura come Giancarlo Galan che, pur avendo patteggiato la pena, continua a percepire lo stipendio come pure, ad intascare l’assegno da deputato continua anche Francantonio Genovese del Pd. Casi di fronte ai quali i partiti non dicono una parola. Finché non li manderemo a casa tutti i numeri, purtroppo, saranno questi”.
Di Maio ha tra l’altro presentato un emendamento simile a quello di Scelta Civica, che però non è stato ancora esaminato.
Il tema delle pensioni e dei vitalizi degli ex parlamentari rimane sempre molto dibattuto. Tutti promettono, nessuno mantiene. E gli italiani continuano a pagare 230 milioni di euro l’anno per mantenere 2.450 parlamentari che mensilmente ricevono assegni d’oro, godendosi vizi e privilegi. Spending review, risparmio, coperture che mancano, tassazione da rimodulare, ecc. ecc., ma guai a toccare i loro soldi. Nessuna umiltà, nessun «sacrificio». Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) riporta poi in auge un altro argomento «caro» ai nostri politici, quello delle pensioni d’oro:
“Un voto che fa il paio con la legge che porta il mio nome per tagliare le pensioni d’oro e che è stata praticamente ammazzata quando si tratta di colpire le pensioni da 1.400 euro sono tutti d’accordo, quando invece si tratta di colpire i privilegi ci si vergogna un po’”.
A prescindere dal colore politico, difficile non essere d’accordo.
Sorge spontanea una domanda: come mai, in questo contesto, i grandi giornali tacciono e fanno finta che l’emendamento di Mazziotti non sia mai esistito? Perché non si leggono titoli a tutta pagina e articoli a quattro colonne sull’argomento? Niente, non c’è praticamente nulla. E’ un mistero.
Sottolineiamo che lo stesso Mazziotti, oltre a quello bocciato venerdì, ha presentato un secondo emendamento relativo all’abolizione dei vitalizi dei consiglieri regionali. Inutile dire che, con ogni probabilità, il testo avrà lo stesso destino del precedente.
A questo punto, speriamo davvero che prima o poi arrivi #lavoltabuona, ma forse, nel frattempo, il Premier Renzi farebbe meglio a cambiare slogan. Comincia a diventare sempre meno credibile.